Prosa
IL MISANTROPO

Un Misantropo davanti allo specchio dell'oggi

Un Misantropo davanti allo specchio dell'oggi

Un Martedì uggioso quello del 12 Ottobre che ha visto in scena la prima nazionale de “Il Misantropo” di Molière al Teatro Argentina di Roma. Il precursore Castri, regista dello spettacolo, sembrava averlo previsto e in accordo con lo scenografo e costumista Massimo Balò ha deciso di richiamare dentro, sulla scenografia, il grigio che prosperava fuori. Non dello stesso colore la vivacità dello spettacolo che potrebbe esser descritto tramite il fulgido colore delle parrucche rosso e giallo (non biondo) degli attori in scena: non di tutti però. Alceste, protagonista, “misantropo” seicentesco e uomo comune contemporaneo, non si colora dei fuochi caldi della passione fuori come gli altri personaggi ma vive la passione dentro, rilasciando fuori tutto il suo grigio.
Dalla dialettica dei colori e delle passioni, vere e fallaci, alla dialettica dell’azione e degli specchi. Castri ha deciso di inscenare "Il Misantropo" al Teatro Argentina sottolineando la dialettica tra società moderna e individuo tramite la rappresentazione trasposta della relazione dialettica tra società seicentesca e individuo, nella comicità di una (allora considerata patologica) misantropia. Se da una parte la dialettica “vero-falso”, “passione-colori” vive e anima il contrasto su di un palco seicentesco, 58 specchi posti come elemento fondamentale della scenografia riprendono, amplificano e in fin dei conti inseriscono il pubblico quale metafora della società all’interno della scena stessa. Una scenografia a specchi diventa l’enzima che permette la reazione chimica tra una commedia del seicentesca fuori tempo e la sua attualità caratteriale.
L’azione scenica vive il palco del Teatro Argentina de "Il Misantropo" ma lo vive qui e ora solo in seno al suo essere sempre “ri-flessa”, ri-piegata sulla società moderna e riproposta grazie alla sensibilità in essa attualmente diffusa. Prova della funzione sintetica degli specchi due singoli elementi: la loro illuminazione calda ma “artificiale “ durante la rappresentazione di un ricevimento in casa di Cèlimene, il loro annullamento nella caduta finale di ogni trama sociale nell’utlimo atto.
Non volendo annoiarvi, all’inizio come alla fine, con l’ennesimo racconto della trama di un "Misantropo" che drammaturgicalmente non può cambiare, non posso non dare subito il mio plauso al solito Popolizio, attore ineccepibile di una messa inscena altamente Artistica. Con lui tutto il cast non ha mostrato segni di difficoltà nel non dire, dicendo, quello che da dire c’era (secondo Castri), e nel rendere, non rendendo, quello che Molière non voleva rendere.

 

"Il Misantropo" di Molière al Teatro Argentina di Roma (foto di scena)


“Il Misantropo” di Molière

traduzione Cesare Garboli

Personaggi e interpreti
(in ordine come da apparizione)

           Alceste             Massimo Popolizio
           Filinto            Graziano Piazza
           Oronte            Sergio Leone
           Célimène             Federica Castellini
           Basco                        Davide Lorenzo Palla
Eliante Ilaria Genatiempo
Clitandro Andrea Gambuzza
Acaste Tommaso Cardarelli
Arsinoè Laura Pasetti
Guardia, Du Bois Miro Landoni

scene e costumi Maurizio Balò
luci Gigi Saccomandi
musiche Arturo Annecchino
suono Franco Visioli
Assistente alla regia Marco Plini
assistente alle scene Antonio Cavallo
foto di Serafino Amato

Visto il 12-10-2010
al Argentina di Roma (RM)