Prosa
IL PADRE

Si resta inchiodati alla polt…

Si resta inchiodati alla polt…
Si resta inchiodati alla poltrona fino all’ultimo istante e che sia uno spettacolo lungo ce lo dice il bisogno di sgranchirsi le gambe durante i due intervalli. Ma la recitazione magistrale, la bravura di tutti gli interpreti e del protagonista, l’eccellente Umberto Orsini, in gran forma al debutto milanese de “Il Padre”, di August Strindberg, appassionano e favoriscono la riflessione. Il dramma racconta di un uomo, militare di carriera, che desidera far diventare la figlia un’insegnante ma si scontra coi desideri della moglie, che non vuole farla andare in città a studiare e lasciare la casa di campagna, dove loro abitano. Trasferirsi e magari scoprire un mondo diverso potrebbe tenerla lontana forse per sempre. Nasce così l’idea di instillare nel marito il sospetto che lui non abbia il diritto di decidere perché non è il vero padre. In altri, nei vicini e nei conoscenti ma soprattutto nella governante di casa, genera dubbi sulla salute mentale di lui finché il capitano, dai modi militareschi ma colmo di affetto per la famiglia, crolla sotto il dolore di una vita disintegrata. Straordinaria l’interpretazione di Manuela Mandracchio, moglie capace di sconvolgere il marito e pentirsene, forse, quando ormai è troppo tardi. Oggi abbiamo la prova del DNA e gli spettatori single saranno confortati dall’aver evitato il rischio di simili drammi familiari.
Visto il
al Verdi di Padova (PD)