Ofm Company porta in scena al Teatro Vittoria di Torino Il pianto di Eulalia, opera originale di Raffaele Lamorte, con la regia di Isabella Astegiano, a cui è affidato anche l’accompagnamento vocale durante l’azione scenica.
Un solo trono per due sovrani, le ultime volontà di un padre e la lotta tra tirannia e sacrificio, la scelta tra l’orgoglio e la pace, il potere e l’esilio. Attraverso le parole della giovanissima Eulalia, che diventa unica testimone ancora in vita degli eventi che hanno distrutto un’intera famiglia reale, rivive una tragedia antica, ma sempre attuale, raccontata con un linguaggio moderno e privo di censure, attraverso un allestimento dai tratti urbani e decadenti, nelle scenografie e nei costumi.
Due fratelli devono dividere il trono un anno a testa. Tocca per primo ad Antenore (Luca Viola), mentre Isidoro (Simone Tidore) è destinato a un anno di esilio e costretto ad abbandonare la casa, la famiglia e la serva Meneide (Ottavia Riccadonna) di cui è innamorato. Durante la sua assenza, crescono i dissapori tra la regina madre Teodosia (Giovanna Pontani, attrice dalla presenza scenica effettivamente maestosa e regale) e la figlia Calisto (una prova d’attrice molto complessa e apprezzata quella restituita al pubblico da Valentina Sandri), in contrasto con la decisione del padre. Al ritorno di Isidoro, le scelte di entrambi i fratelli – e gli inganni di una donna – faranno vacillare l’innocenza di Eulalia, mettendola di fronte agli istinti più perversi di un’umanità violenta.
Un cast di giovani professionisti, supportato da una consapevole direzione di scena, (anche se il ruolo dell’ensemble di Officina Arte Danza è parso piuttosto trascurabile) mette in scena un dramma dal sapore antico, che miscela con sapienza elementi della tradizione teatrale greca, la tragicità degli intrecci del teatro elisabettiano, la crudezza e la brutalità espressiva e verbale ispirate al cinema hollywoodiano (soprattutto nel secondo atto). All’autore e alla regista va dato atto che tutti gli elementi fin qui citati si ritrovano realmente nello spettacolo, cosa che – si tratti di compagnie di compagnie “di giro” o di giovani professionisti – accade ormai di rado in teatro.
La giovane Febe Gili interpreta il ruolo di Eulalia come è appropriato farlo per una ragazzina di dodici anni, ma anche con una sorprendente coscienza drammatica, meritandosi tutti gli applausi della platea subito dopo il finale.
Prosa
IL PIANTO DI EULALIA
Eulalia, giovane "memoria" dei caduti di Tebe
Visto il
17-06-2016
al
Vittoria
di Torino
(TO)