Prosa
IL RACCONTO D'INVERNO

Fiaba in una notte d'inverno

Fiaba in una notte d'inverno

Gelosia mostro dagli occhi verdi!
trama
Racconto d’inverno, fiaba crepuscolare  scritta da uno Shakespeare in stato di  riconciliazione con la vita;  apertura candida e speranzosa al miracolo del racconto  mitico, dal quale traspare, quale vero… unico  miracolo: la saggezza e l’amore degli uomini.
La storia:
Leonte è il re di Sicilia. Giusto sovrano, amato  dai sudditi per la sue doti di onestà e temperanza.
Leone è amato, oltre che per le sue virtù, anche per aver sposato Ermione (regina onesta e virtuosa)
Il sole brilla, il regno prospera e Leonte accoglie a palazzo il suo amato e fraterno amico Polissene.
Tutto appare perfetto, finché...  la gelosia non travolge il re, come una ubriacatura. Il mondo viene percepito come una foresta piena d’insidie e i suoi amati sudditi gli appaiono  cospiratori pronti a congiurare contro lo Stato e la dignità regale.  Autentica tragedia della gelosia  che, al contrario di “ Otello” e “Molto rumore per nulla”, questa volta, non viene scatenata da tranelli tesi da nemici ambiziosi. No… In questo caso, si  tratta di una follia scoppiata per futili motivi e del tutto arbitrariamente. Per un capriccio, il re tramutato in tiranno, è pronto a  bruciare, in un attimo,  ciò che conta davvero  nella  sua vita: l’amata sovrana, la figlia appena nata, l’amicizia dei suoi sudditi e l’amore fraterno dell’amico Polissene .Unica cura efficace e miracolosa, della folle melanconia del sovrano,  saranno il buon senso e le amorevoli cure dell’amica Paolina. Grazie all'aiuto dei sudditi fidati   Leonte riuscirà, dopo un periodo di “espiazione “ durato  16 anni a ritrovare la vita spezzata . Il pubblico segue, attraverso un filo rosso, il percorso di trasformazione che attraversa le generazioni e il ciclo del tempo. Storie di uomini impotenti, di fronte all’imperversare delle proprie passioni, sotto lo sguardo indifferente degli Dei.
L’allestimento di Elio De Capitani e Ferdinando Bruni (rispettivamente: interpreti e registi)   della pièce fa scintille.  Entrambi lavorano all’unisono riuscendo  a creare  un’armonia di azioni e intenti.
Spettacolo  capace di rendere accessibile e appassionante una delle opere più ostiche del drammaturgo. Illuminante l’impiego di un’ampia varietà di registri: sia sul piano interpretativo, che su quello della scenotecnica.  Graditissima  l’atto ambientato nel regno di Boemia, ispirato agli stili del teatro cabaret d’inizio secolo.  Piglio energico  che riporta alla mente l’allegro cinismo dell’opera del mendicante. -
Scenotecnica a cura Nando Frigerio: ottima fusione fra simbolismi e rimandi alla commedia dell’arte.
Lezioni strehleriane:
Suggestivo e incantato è il mondo perduto creato da Frigerio. . Lo spazio immobile e silenzioso dominato da una luna splendente, riporta alla mente immagini degne della tempesta Strehleriana. Allo stesso modo, lo  studio dei costumi, segue la varietà di registri della commedia. Gli attori appaiono quali personaggi  fuggiti da un libro di fiabe.
Il pubblico ha premiato con applausi scroscianti la perfetta riuscita della serata. Produzione di sicuro successo  e pronta a replicare, anche quest’anno, il favore della stagione precedente.
   
 

Visto il 23-10-2011