New York, megalopoli contraddittoria e fagocitatrice dove può accadere tutto e il contrario di tutto, dove i pavidi possono scomparire o trasformarsi in ... temibili malavitosi e dove uno scialbo insegnante elementare tormentato dalla malacreanza di bambini mal educati da genitori presuntuosi può sognare di cambiare la propria vita e di liberarsi dalla mediocrità in cui lo relega una società incapace di dare giusta valenza al fattore formativo.
Un turbine di possibilità e di sogni che iniziano per i fratelli Montemarano con un’inattesa eredità da parte di un anziano e quasi sconosciuto prozio e che paiono concretizzarsi nel corso del viaggio a New York. La città di fatto rivela subito il suo volto difficile se non ostico quando Biagio s’illude di cambiare vita.
Più concreta e posata la sorella Teresa che vede l’evento capitato come un’occasione per migliorare la propria esistenza in Italia dove spera di ritornare presto insieme al fratello arricchita di un cospicuo gruzzolo ottenuto dalla vendita del locale “Il re di Mergellina”, conosciuto e ‘famoso’nel quartiere nella Little Italy newyorchese.
Ma le ortodosse pratiche notarili vengono interrotte dalla comparsa di una serie di eterodossi personaggi che disvelano un passato non così adamantino del Ristorante e dello zio coinvolto in una serie di traffici illeciti organizzati ad ampio raggio.
Dopo una prima parte un po’ spenta, il ritmo si fa serrato e vivace grazie alla ‘verve’ del fantasmagorico Biagio Izzo, che riesce a suscitare ilarità anche quando non scende a comicità di basso livello, sostenuto da un gruppo di attori piuttosto affiatati e capaci di interpretare con il giusto taglio ironico delinquenti veri e presunti di ogni specie. Peccato che alcune espressioni dialettali in un napoletano troppo stretto non siano sempre comprensibili facendo perdere una parte della comicità dello spettacolo.
Milano, Teatro Nuovo, 13 maggio 2008
Visto il
al
Duni
di Matera
(MT)