Seconda stagione per il classico della commedia siciliana di Nino Martoglio L’aria del continente vista ieri sera al teatro Pirandello di Agrigento. Questo ennesimo allestimento è nuovo soprattutto nella impostazione e nella interpretazione del testo andato in scena per la prima volta nel 1910 al teatro Argentina di Roma.
Il ricco, e celibe, possidente terriero Cola Duscio, dopo sei mesi vissuti a Roma, torna al natio paesello siciliano accompagnato dalla fiamma incontrata nella capitale: la maliarda e affascinante Milla Milord, sedicente nobile ‘decaduta’ a soubrette dell’avanspettacolo.
La nuova, e tardiva, fiamma introduce il vecchio Cola ad una emancipazione sociale e morale invisa a tutta alla famiglia Duscio: l’arcigna sorella Marastella, il remissivo cognato Lucino e i due nipoti Michelino e Clementina, tutti impegnati a salvaguardare più il capitale del parente che le probe tradizioni siciliane.
Cola inizia quindi un sfida giornaliera per far comprendere i suoi nuovi atteggiamenti estroversi, che cercano di stare al passo della socievole Milla. La quale continentale, pur se chiacchierata, riesce a imporre la sua presenza, e quando non c’è… finisce per essere da tutti agognata.
Il regista Antonello Capodici riesce a ‘liberare’ Cola Duscio dai panni tradizionali di uomo rispettabile, capace di imporre le sue scelte alla massa di ignoranti isolani, capace comunque di un riscatto finale in cui il moralismo e il perbenismo trionfa con il rinsavimento dall’effimero complesso di inferiorità nei confronti del ‘continentalismo’.
Mette in scena un Cola debole, solitario, compassionevole nel suo bisogno di affetti ma che si trasforma in una persona amabile, estroversa, perfino divertente a contatto con la sua amata, adorata e ammirata fidanzata. E Milla ricambia tutta la benevolenza dell’anziano compagno, non disdegnando comunque di vivere ‘alla continentale’. E’ la sua natura e non ne può fare a meno, pur soffrendo quando il suo stile di vita comincia a generare in Cola tormentosi dubbi.
E quando, scoperto l’inganno e provate le origini siciliane della falsa nobile, Milla è costretta ad abbandonare casa Duscio e tutto il paese, Cola non riesce a tornare alla sua vita: gli manca qualcosa, gli manca qualcuno, gli manca l’amore. Della fonte della sua rinata voglia di vivere non gli resta che un abito indossato da un manichino. E sul quel manichino riversa le lacrime amare dell’amor perduto, della rinascita troppo presto defunta.
Visione tragica, quasi pirandelliana questa di Antonello Capodici eppure il regista riesce a creare uno spettacolo divertentissimo dove a far da mattatore è il Cola Duscio impersonato da Enrico Guarneri. Un attore in possesso di una verve comica eccezionale, forgiata nei cabaret televisivi come nelle feste di piazza, a contatto con un pubblico esigente che ha comunque subito amato il suo fortunato personaggio di Litterio. Lo spettacolo è arricchito dalle ottime musiche di Aldo Giordano, rischiarato dalle scenografie di Salvo Mangiagli e dalle luci di Andrea Chiavaro.
Enrico Guarneri in questa commedia riesce ad esprimere tutto il suo umorismo fatto di mimica accattivante, di recitazione gaia, di battute esilaranti ma mai volgari, insomma di tutto il suo noto repertorio di comico di razza. Quello che ci ha positivamente sorpreso è stata la sua capacità di trasmettere al pubblico i momenti di sentimentalismo, i momenti di romanticismo, superando quello che, seppur alla sua non più giovane età, può essere considerato un esame: la tesi di laurea dell’integrale formazione di attore.
Brava a fargli da spalla è stata Patrizia Pellegrino, una soubrette che è riuscita molto bene a trasmettere la simpatia impostata dal regista, a voler rescindere il vincolo di personaggio negativo della vicenda.
Bravi anche gli attori di supporto ma, lasciatecelo dire, questa Aria del continente è la storia di loro due, di Cola Duscio e Milla Milord, la storia del loro amore irrealizzato.
Foto di scena di Diego Romeo
Prosa
DIARIO PERPLESSO DI UN INCERTO
Il rimpianto continentale del ridicolo Cola
Visto il
02-12-2011
al
Tordinona - Sala Pirandello
di Roma
(RM)