Il sindaco del rione Sanità, di Eduardo De Filippo, prodotto dai teatri stabili di Napoli e Genova, ha decretato Eros Pagni vincitore del Premio Le Maschere del Teatro 2015 come migliore attore protagonista. Un ruolo tosto quello di Antonio Barracano, personaggio realisticamente ambiguo e “ripreso dalla vita reale. Si chiamava Campoluongo e teneva il quartiere in ordine”, come ci ricorda lo stesso Eduardo.
Una scommessa vinta
La scommessa, partita dal Napoli Teatro Festival Italia, di far interpretare per la prima volta un testo di Eduardo a un attore non napoletano sta continuando ad avere un successo superiore a qualsiasi aspettativa, anche dopo due anni di tournée.
Sul palcoscenico, Pagni è magistrale nell’istruire i suoi interlocutori (e il pubblico) circa la sua personale visione del rapporto tra giustizia e legge.
Un filo sottile tra giustizia e ignoranza
L’azione si svolge soprattutto nella residenza di campagna del protagonista e – dalla metà del secondo atto – nella sua casa di Napoli, al Rione Sanità. In entrambi i luoghi, Don Antonio esercita, con il trentennale appoggio del sempre più disilluso del dottor Fabio della Ragione (Federico Vanni, eccezionale e toccante), il proprio (discutibile) ideale di giustizia, concedendo “udienze” giornaliere a chi si rivolge a lui per avere protezione o vedersi riparato un torto. “La legge non ammette ignoranza”, ricorda Barracano e – quasi come “un santo in Paradiso” - ci sarà sempre un Antonio Barracano pronto ad “aggiustare le cose”, lungo quel filo sottile che tiene lontane giustizia e ignoranza.
L'altra campana
Grazie anche alla scenografia, curata nei particolari e per nulla minimale, lo spettatore entra in contatto con una curiosa fauna umana, composta da piccoli delinquenti, usurai e bottegai poco accorti. Per tutti Don Antonio ha la soluzione giusta. Le cose si complicano quando davanti a lui si presenta Rafiluccio: il giovane, infatti, non chiede aiuto o protezione, vuole solo comunicare a Don Antonio che ucciderà suo padre, Arturo Santaniello (Massimo Cagnina), ricco panettiere, che lo ha diseredato e cacciato di casa. Prima di dare il suo parere, Don Antonio vuole però sentire “l’altra campana” e convoca pertanto l'uomo, invitandolo, a riconciliarsi con il figlio. Ma il panettiere rifiuta e lo invita di fatto a farsi gli affari suoi, ponendo le basi per un tragico epilogo...
Un rito quotidiano
La scena della vestizione del protagonista al mattino è un rito caro ai partenopei, da osservare fin nel più insignificante particolare. Un Eros Pagni in stato di grazia: quando il suo personaggio riflette sulla vecchiaia e sull’approssimarsi della morte ne esce un ritratto pieno di vita; grande leadership per un cast eccellente.
In definitiva, un allestimento dal sapore “cinematografico”, quanto domestico, ideale per essere apprezzato in dvd, accomodati sul divano di casa.
Quasi tre ore di spettacolo, assai più piacevoli e concilianti di un qualsiasi consulto legale.