Lirica
IL TROVATORE

Buona la musica, carente la regia ne “Il trovatore” coprodotto fra Rovigo, Jesi e Novara

Il trovatore
Il trovatore © Valentina Zanaga

Al Teatro Sociale di Rovigo giunge Il trovatore coprodotto con Jesi e Novara, dove è già apparso. Scenicamente, è uno spettacolo poco convincente. Passino i costumi da Giostra del Saracino dei protagonisti, Manrico e il Conte paludati da sbandieratori. Passino i qualunquistici indumenti consegnati al coro. Passino le banali scenografie, eco di cose già viste. Tutte cose a firma di Domenico Franchi. Ma è la mise en scéne di Deda Cristina Colonna, presa nel suo insieme, a rivelarsi deludente.

GLI SPETTACOLI
IN SCENA IN ITALIA

Carlo Malinverno

La fiera dell'ovvietà

Drammaturgia di fondo, pressoché latente. Forse usa alla frequentazione del teatro barocco, la regista novarese non afferra lo spirito di questa opera di ferro e fuoco, assiomatico esempio di teatralità romantica. La sua visione non sa trasformarsi né in azione, né in passione, risolvendosi in una persistente, tediosa staticità generale. I personaggi, indotti a movenze da marionette. I coristi, sovente impacciati in pose da belle statuine. 

Insomma, una sensazione di figurine Liebig. Qua e là, spicca magari qualche soluzione scenica stimolante (il Miserere in trasparenza, la morte di Leonora come una Pietà quattrocentesca); ma pure l'inciampo di trovate bizzarre come quella della rumorosa ballerina di flamenco in giro tra gli zingari, o la lettura dei tarocchi da cui Azucena trae un annuncio ferale. Neanche fossimo nella Carmen di Bizet: «La mort!...Toujours la mort!».

 Jorge Nelson, Marily Santoro e Oleisya Petrova

Le voci, però, convincono

Il cast ripropone in parte interpreti delle precedenti recite. C'è ancora il Manrico di Gaston Rivero: voce di forte metallo, ben proiettata in avanti, sostenuta da fiati gagliardi e da acuti lanciati con impeto. Propone con impetuoso slancio Di quella pira nella tonalità originale, ma senza darci il da capo; peccato, ci stava. Un neo, se vogliamo, è la monodirezionale psicologia: Manrico è fiero guerriero, e va bene; ma è nel contempo per l'appunto un trovatore, che dovrebbe infondere palpitazione e lirismo in «Deserto sulla terra». Cosa che in lui non s'avverte. 

Gaston Rivero


C'è ancora il Conte di Luna del giovane baritono cubano Jorge Nelson Martinez González. Altra voce rotonda, piena, dal timbro e dal colore accattivanti, costantemente sostenuta da generosa spinta propulsiva. Una voce interessante, che con ulteriore affinamento potrebbe far faville. Ci sono ancora l'autorevole e squadrato Ferrando di Carlo Malinverno, ed il buon Ruiz di Francesco Marsiglia.

Il giovane soprano Marily Santoro è Leonora, come a Jesi. Voce bella, di buon smalto, lucida negli acuti, baciata da un timbro soave e poetico che ben s'addice a tale figura. La solida preparazione, poi, le permette di superare indenni i passi di agilità; ed il personaggio viene vissuto e reso in scena con partecipato sentimento. La sua è una prestazione che va rapidamente in crescendo: un po' trattenuta in «Tacea la notte placida», svetta pienamente padrona di sé in «D'amor sull'ali rosee».

Gaston Rivero e Marily Santoro


Cambia invece Azucena. Giunta di corsa dal Metropolitan di New York dove sta interpretando Amneris, Olesya Petrova è qui ovviamente una validissima zingara: piena padronanza dell'emissione, bella omogeneità della gamma vocale e notevole varietà di sfumature; ottimale la resa di un personaggio che vive di allucinati ricordi, infelice ed veemente al tempo stesso, grazie alla studiata predisposizione all'effetto. Tra le parti di contorno, l'Ines di Brigida Garda.

Olesya Petrova, Jorge Nelson e Carlo Malinverno

Concertazione sensibile e attenta

Sul podio Francesco Rosa, in buca l'Orchestra Filarmonia Veneta. E' un concertatore di saldo mestiere e lunga esperienza: la partitura verdiana viene da lui affrontata con buon equilibrio dei piani sonori, encomiabile scioltezza e sobria visione drammatica; ottenendo sonorità ora lucenti, ora soffuse; in ogni caso, sempre pertinenti e ben calibrate. E notevole è l'attenzione al lavoro dei cantanti, sostenuti con tempi adeguati e volumi di suono mai eccessivi. Il Coro Lirico Veneto è stato preparato da Giuliano Fracasso.
 

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Visto il 03-02-2023
al Sociale di Rovigo (RO)