César Brie regista argentino attento al mondo in cui vive è di scena al Teatro dell’Elfo con la sua ultima fatica “Il vecchio principe” ovvero “Il piccolo principe” di Antoine de Saint-Exupery riletto dalla parte di un anziano ospite in una casa di cura. E’ la favola di un signore che sogna ancora come un bimbo, un personaggio che si disegna in punta di piedi e prende vita dentro uno spettacolo visionario capace di regalare poesia.
Il protagonista racconta all'infermiere Antoine di aver lasciato un fiore sulla sua stella e lo fa spazientire gironzolando per i corridoi durante la notte e conversando con persone che non esistono. Durante l’orario di visita il vecchio incontra un nipote ubriaco con movenze da marionetta, una nipote distratta schiava del telefonino, il primario e un visitatore alle prese con l’interruttore della corrente elettrica. Quando Antoine (e il pubblico in sala) incomincia a capire che quell'uomo sta insegnando un modo nuovo di vedere le cose, l’importanza dell’amicizia e del prendersi cura, il vecchio capisce che è il momento di ritornare sul suo pianeta.
Il regista ci accompagna per mano dentro il mondo del Principe con gli strumenti di una poetica intessuta di quella povertà necessaria che da sempre è firma dei suoi lavori. Una scenografia spoglia, fatta di pochi fondamentali oggetti capaci di prendere vita e di trasformarsi grazie alla potenza visionaria veicolata da un ricchissimo mondo immaginativo. Ed è così che una cornice di legno, un grande telo e dei bicchieri pieni d’acqua diventano strumenti capaci di commuovere e stupire.
César Brie ci costringe a tenere bene a mente che lo spettacolo può prendere forma solo in una presenza contemporanea di attore e spettatori, che il teatro è strettamente e obbligatoriamente ancorato alla vita. La scena è luogo di esperienza e richiede onestà sia da parte degli interpreti sia dell’uditorio. La dimensione artistica dell’attore obbedisce alla sua dimensione umana ed esperienziale e la tecnica è sì fondamentale ma al fine di costruire una struttura solida da cui avere il coraggio di allontanarsi perché é solo liberandosi dall'artificio che si può raggiungere la verità.
Uno spettacolo che è un miracolo di pura semplicità, un grande insegnamento da non dimenticare.