Una scenografia essenziale, di vetri infranti e specchi incrinati, di spazi dilatati dal tempo nei diversi piani del racconto, disseminati di piccoli oggetti quotidiani: un flauto bianco, una sciarpa della Juve, una lettera imbustata e mai spedita, un vaso di fiori.
Lo spazio che ospita la messa in scena de "Il vetro e l'anima" è volutamente scarno, denso di significati nascosti nelle pieghe della normalità degli oggetti.
Un interno familiare, simile a uno schema di prigione dell'anima, in cui un padre e una madre si muovono sospesi in una tragedia che ha congelato la loro esistenza al 18 giugno di quattro anni prima, quando hanno perso il loro unico figlio in un incidente stradale.
La loro situazione è quella, devastante, dei sopravvissuti.
Il peso schiacciante dell'assenza non si stempera nonostante il trascorrere del tempo, non trova quiete malgrado la necessità, faticosa e catartica, della parola e del racconto.
E l'intimità del dolore prende forma attraverso la poetica delle piccole cose.
Tratto dal racconto di Pino Roveredo "100! 120! 140!", contenuto all'interno della raccolta "Mandami a dire" (Premio Campiello 2005, edizioni Bompiani), "Il vetro e l'anima" torna in scena in questi giorni sul palco del Teatro Furio Camillo di Roma, raccontando le dinamiche dell'elaborazione di un lutto familiare attraverso le voci dei genitori della vittima.
Un uomo distrutto, una donna annichilita.
In sottofondo, esterne al dramma, le voci e le reazioni "degli altri".
Un testo denso e intenso, dall'impatto emotivo molto forte, sostenuto da una recitazione introspettiva, in cui il corpo e lo sguardo sono rivolti più spesso verso orizzonti interni e nascosti piuttosto che orientati al pubblico.
Il "Vetro e l'Anima" è un lavoro ancora in evoluzione, presentato come un primo studio teatrale, destinato ad arricchirsi di ulteriori approfondimenti e contributi.
Fra questi, da segnalare il supporto e la consulenza dell'equipe di Psichiatria Democratica e le testimonianze fotografiche di Simeone Ricci.
Roma, Teatro Furio Camillo, dal 5 al 7 Gennaio 2007.
Visto il
al
Tor Bella Monaca
di Roma
(RM)