Lirica
IL VIAGGIO A REIMS

Jesi, teatro Pergolesi, “Il v…

Jesi, teatro Pergolesi, “Il v…
Jesi, teatro Pergolesi, “Il viaggio a Reims” di Gioachino Rossini I GIOVANI IN VIAGGIO PER REIMS Il ROF di Pesaro del 1984 costituisce un evento memorabile sul piano esecutivo e, soprattutto, sul piano musicologico: il Viaggio a Reims infatti era stato riscoperto e portato sulla scena. Riviveva, grazie al Maestro Abbado e a un cast irripetibile (ne esiste la registrazione), l'intero spartito di un Rossini tardo, trattandosi della quartultima fatica teatrale, che si riteneva perduto e la cui musica era nota solo attraverso il suo parziale riutilizzo ne “Le Comte Ory”. Il libretto è tratto da “Corinne, au l'Italie” di Madame de Stael ed è una cantata scenica per l'incoronazione di Carlo X a re di Francia, un'apoteosi dell'operismo napoletano di Rossini, soprattutto per la brillante scrittura degli insiemi. L'edizione in scena a Jesi proviene dal Festival giovane del Rossini Opera Festival, dove ha debuttato nel 2002 ed è stata ripresa nel 2007. Come in altre occasioni, il regista Emilio Sagi sposta l'epoca dell'azione, in questo caso ai giorni nostri, ma ne mantiene inalterata la sostanza, anzi, attualizzandola in modo naturale e quasi inevitabile, fa giungere maggiormente allo spettatore gli snodi del testo. L'albergo del Giglio d'oro diviene un moderno albergo termale, dove inservienti efficienti si occupano di una clientela variegata ed esigente. La scena unica (sempre di Sagi) mostra una terrazza o meglio un pontile di legno sopra il mare con sdraio e tavolini. Sagi sfrutta la presenza di giovani puntando su una recitazione che pone in primo piano la freschezza della situazione e quindi della partitura. Trascinante è la vitalità degli allievi dell'Accademia rossiniana del ROF, che mostrano di divertirsi quanto, se non più del pubblico, aderendo con brio, spirito allegro e inventiva personale alle invenzioni registiche. Ad esempio il primo colloquio tra Corinna e Belfiore avviene al cellulare e non è per nulla fuori luogo. Eppoi fotografie degli innamorati, bolle di sapone, cuori ritagliati nella carta. E così a loro si perdona facilmente e volentieri qualche incertezza nell'eseguire una partitura non facile. I costumi di Pepa Ojanguren passano dagli accappatoi della prima parte all'eleganza sobria e, negli accessori, vistosa, della festa del finale, quando una corda di lampadine è tesa di traverso sul palcoscenico. Va da sé che Carlo X è un bambino che sfila in platea con una corona sproporzionata in testa e, in luogo dello scettro, tre palloncini. Affiatati ed appropriati fisicamente ai ruoli i cantanti, con ottima pronuncia dell'italiano i molti stranieri del cast, lodevole. Su tutti si sono distinti in particolare Cristina Obregòn (Corinna), Rinnat Moriah (Contessa di Folleville), Yi Jie Shi (Cavalier Belfiore) e Marco Filippo Romano (Don Profondo); vanno ricordati anche Tamara Klivadenko (Marchesa Melibea), Michela Antenucci (Madama Cortese), Sergey Romanovksiy (Conte di Libenskof) e Valdis Jansons (Barone di Trombonok). Con loro Alexey Yakimov (Lord Sidney), Davide Fersini (Don Alvaro), Hovhannes Gevorgyan (Don Pridenzio), Anicio Zorzi Giustiniani (Don Luigino), Emanuela Brunga (Delia), Guadalupe Paz (Maddalena), Nan Zheng (Modestina), Salvatore Grigoli (Antonio), Francisco Brito (Zefinino/Gelsomino). Orchestra Filarmonica Marchigiana diretta dal giovanissimo Denis Vlasenko con Carlo Morganti maestro al cembalo. Teatro gremito, pubblico divertito e plaudente. Da segnalare una iniziativa encomiabile: la recita pomeridiana di domenica 23 novembre è stata trasmessa in diretta internet-video dal teatro Pergolesi nella sala biblioteca dell'ospedale civile di Jesi: il teatro oltre il teatro. Visto a Jesi (AN), teatro Pergolesi, il 22 novembre 2008 FRANCESCO RAPACCIONI
Visto il
al Rossini di Pesaro (PU)