Rossini e Rossini: il Barbiere chiude la stagione 2011 e il Viaggio a Reims apre la stagione 2012, l'ultima nella sede attuale del Comunale che a novembre si trasferirà nel nuovo teatro dell'opera, in via di ultimazione e già utilizzato per una serie di concerti nei giorni di Natale. Ed è la prima volta del Viaggio a Reims a Firenze.
La scena di Italo Grassi è un moderno e lussuoso hotel termale: marmi neri venati, legno chiaro, acciaio e vetro; una grande piscina sul lato destro, dominata dalla cartina della comunità europea; a sinistra uno spazio che diventa sala colazione all'inizio, zona relax nel prosieguo con sullo sfondo i moderni tapis roulant in cui correre per dimagrire, salone delle feste nel finale.
A questa scena attualissima fanno riscontro i costumi anni Quaranta di Maurizio Millenotti, confacenti al luogo ma non alla datazione, evidente in particolare nei costumi da bagno. Alcuni abiti (francesi e spagnolo) sono maggiormente legati alla nazionalità rispetto agli altri.
Funzionali le luci di Marco Filibeck che creano piacevoli effetti di rifrazione con l'acqua della piscina.
La regia di Marco Gandini resta neutra rispetto al libretto, non approfondisce né i caratteri dei protagonisti né le caratteristiche nazionali che connotano le differenti provenienze. Poco riuscito il momento del balletto con i grandi palloni in scena che recano i colori delle bandiere nazionali. Sicuramente piacevole l'impatto iniziale all'apertura del sipario e i primi momenti, poi nulla di nuovo a tenere desta l'attenzione del pubblico. Secondo noi non ha giovato la pausa al centro della rappresentazione (invero un solo atto), che inevitabilmente dimostra la minore inventiva nella seconda parte della partitura a scapito dell'insieme.
Attesa la direzione del giovane e dotato Daniele Rustioni, che conferma il suo talento alle prese con un Rossini sui generis, una partitura che ha creato un caso per il suo recente ritrovamento e che si pone come cerniera tra il periodo italiano e quello francese del compositore. Rustioni riesce a mantenere sotto controllo i tempi e il volume e l'orchestra, certamente non specializzata nel repertorio rossiniano, lo segue con merito seppur una maggiore leggerezza avrebbe giovato. Ottimi i solisti, Susanna Bertuccioli all'arpa (nel finale sul palcoscenico), Guy Eshed al flauto e Andrea Severi al fortepiano. Il coro è stato preparato da Piero Monti.
Il viaggio a Reims pone sempre un problema di cast, dovendo riunire numerosi artisti di prim’ordine. In questo caso si è centrato il risultato.
Auxiliadora Toledano è una Corinna compassata e contegnosa dalla voce morbida e duttile, capace di riempire la scena anche da fuori. Marianna Pizzolato è la Marchesa Melibea, voce scura ed estesa, capace di rendere in modo ironico e convincente il personaggio. Leah Partridge è una Contessa di Folleville vaporosa come una meringa in tricolore francese, capace di salire al sovracuto. Eva Mei è la padrona di casa, una Madama Cortese che si muove sulla sedia a rotelle spingendola però con le sue gambe, come una lumaca: un particolare che ci è rimasto poco chiaro; la voce pulita, il canto preciso e un contegno attoriale curato rendono bene il personaggio. Yijie Shi si conferma come un ottimo tenore da seguire con attenzione: il suo Cavaliere Belfiore brilla per gli acuti luminosi e la capacità di cantare mentre fa il bagno completamente vestito. Lawrence Brownlee è il Conte di Libenskof in divisa militare e dalla voce di grande bellezza nelle nouances scure. Michele Pertusi è un Lord Sidney di grande esperienza in tenuta da esploratore e costume da bagno intero con cui sguazza nella piscina. Marco Camastra sostituisce l'indisposto Bruno De Simone in Don Profondo, poco efficace nelle caratterizzazioni di “Medaglie incomparabili”. Bruno Praticò è un simpatico Barone di Trombonok in abito coloniale e braghe corte, larghissimo nell'inno tedesco. Nei ruoli di contorno Vincenzo Taormina (Don Alvaro), Gabriele Ribis (Don Prudenzio), Enrico Cossutta (Don Luigino), Gabriella Cecchi (Delia), Annunziata Vestri (Maddalena), Silvia Mazzoni (Modestina), Mario Bolognesi (Zefirino), Giovanni Bellavia (Antonio) e Saverio Bambi (Gelsomino).
Pubblico numeroso, applausi aperti per il cast nel finale e fischi per la regia.