Prosa
INTERPRETANDO LA MIA VITA

Quando l'uomo e l'attore sono grandi

Quando l'uomo e l'attore sono grandi

Interpretando la mia vita non è uno spettacolo che si vede tutti i giorni a teatro. Con una formula molto semplice, un palco spoglio, due poltrone rosse e, al centro, uno schermo bianco sul quale proiettare brani video, Mario Scaccia ci racconta alcuni momenti della sua straordinaria storia d'attore coadiuvato da Edoardo Sala (che forse in certi momenti si impone un po' troppo), con il quale Scaccia si accompagna in questi ultimi anni della sua lunghissima carriera (Mario Scaccia compirà 91 anni il prossimo Natale), che ha scelto alcuni brani da video-proiettare tra i tanti presenti nelle teche Rai.
Uno spettacolo semplice ed elegante, grazie alla classe di Scaccia, che racconta aneddoti e dietro le quinte del teatro italiano, che ha vissuto da vero protagonista, assieme ad altri grandi, da Gassman a Stoppa, da Macario ad Anna Magnani, da Valeria Moriconi a Paola Borboni. Tra un aneddoto divertente (le irriverenze di Paola Borboni, il lessico colorito di Caro Ludovico Bragaglia) e un dietro le quinte spassoso (le risposte pronte di Anna Magnani, ma anche quelle di Scaccia Stesso) lo spettatore viene posto dinanzi una vera e propria storia del teatro italiano grazie ai commenti che Scaccia fa per introdurre la battuta, o l'aneddoto, racconti che non sono mai fini a se stessi, ma illuminano diversi aspetti della storia e della cultura del teatro italiano in maniera esemplare. Apprendiamo così della nascita della figura del regista (che prima della seconda guerra mondiale non esisteva) e della competizione che nasceva tra gli attori e questa nuova figura emergente, oppure della vita in comune che facevano gli attori delle compagnie, dove certi comportamenti non erano tollerati e chi non rispettava regole e consuetudini veniva multato. Di come le raccomandazioni sono sempre esistite ma questo non ha impedito a chi era bravo di fare carriera, e di come si possa fare a meno della volgarità e del sopruso con una battuta intelligente, ironica, pungente. Di commento in commento, di spiegazione in spiegazione, lo spettatore si rende conto che il teatro di cui parla Scaccia, quello nel quale continua a vivere e lavorare, è un teatro che non ha riscontro con la scena contemporanea trasformatasi in qualcosa di sensibilmente diverso, nel lato umano, sociale e professionale.
Per chi volesse approfondire c'è lo splendido volume dal quale lo spettacolo ha preso nome e ispirazione Interpretando la mia vita. Il mio teatro, i miei personaggi, la mia storia pubblicato da Scaccia nel 2009 per i tipi della Persiani (per la quale uscirà il prossimo Gennaio un volume contenente tutte le poesie che il Maestro ha scritto dagli anni 30 ad oggi), nel quale troviamo tutto l'amore per il teatro, l'arte e l'umanità del grande attore e regista.
Uno spettacolo importante nel quale uno Scaccia in grande forma ci regala l'interpretazione di alcune poesie di Montale, Pascoli, Trilussa e Belli, dette con una sensibilità e una umanità straordinarie. E alla fine dello spettacolo, 90 minuti che volano via in un secondo, si esce dal teatro arricchiti, con la consapevolezza che per essere grandi attori bisogna essere prima di tutto grandi uomini proprio come Scaccia che continua a donarsi al pubblico con la stessa immutata umiltà, quella che solo ai grandi viene spontanea.

Visto il 03-12-2010
al Arcobaleno di Roma (RM)