Prosa
INTRAPPOLATI NELLA COMMEDIA

Pirandello in formato televisivo.

Pirandello in formato televisivo.

La vita è teatro ?
Lillo e Greg, impegnati a compiere un sopralluogo nel teatro dove andranno in scena, vengono magicamente risucchiati nel meccanismo multi dimensionale quanto  pirandelliano della commedia “una  moglie per thomas”.
Fra lo sbigottimento e lo scetticismo dei due protagonisti la vita reale si confonde con  l'artificio teatrale. I nostri, infatti,  assistono al rianimarsi della  scena  ed al ritorno dei  caratteri sul palco.I  personaggi, cappricciosamente,  accampano pretese e confondono la vita con i coupe de theatre.
Fuori  l’autore
La pièce,  vera e propria  odissea stralunata, è opera dello stesso Claudio Gregori (in arte Greg). L’idea di base si presenterebbe anche in maniera  decente (almeno sulla carte e in itinere)  Sciupata da alcune pecche. Vere e proprie zavorre che ne bloccano il pieno sviluppo: sia  sul piano drammaturgico: (incidendo sulla qualità delle battute e sui continui tormentoni);  sulla partitura registica  (sempre più debole e discontinua, col procedere della commedia).
La regia di Mauro Mandolini, per esempio, risulta fiacca e ripetitiva.e stenta a decollare: si ride solo a piccoli sprazzi.  Penose e risapute le citazioni cinematografiche:mi riferisco, in particolar modo, alla triste quanto penosa imitazione di Linda Blair in versione esorcista.
In mezzo a codesto marasma  di registri teatrali e cinematografici, Lillo e Greg, come sempre , interpretano se stessi: goffo ed estraniato il primo, elegante ed introdotto nei meccanismi il secondo... quale novità!

Il meccanismo cede!
La magia del teatro,  capace di rianimarsi e catturare gli ignari ospiti, si protrae oltre ogni ragionevole limite di sopportazione... Il meccanismo cigola! . La commedia procede arrancando fra gag televisive e dialoghi al limite del demenziale . Ciò che al Trio:(Tullio, Solenghi e Lopez), riusciva così naturale; richiede a Lillo Greg e Co uno sforzo  penoso e sovrumano. Per compensare la noia, non bastano  le frizzanti musiche di Attilio di Giovanni,  gli ottimi cambi di scena di Antonio Corsi o un cast d'interpreti di buon livello ….C’è bisogno di trovate davvero nuove.
Malgrado la scontatezza dei cliché  il pubblico, in  sala, si è mostrato più che soddisfatto dalla performance.

Prodotto commerciale di basso livello per palati poco esigenti e votati alla quantità anziché alla qualità.

Visto il 11-03-2011
al Nuovo di Milano (MI)