La “follia organizzata” di Rossini con i colori di Ugo Nespolo

La “follia organizzata” di Rossini con i colori di Ugo Nespolo

Ci son spettacoli che rivedresti di nuovo, subito. Prendi questa deliziosa, nuovissima Italiana in Algeri in coproduzione Verdi di Pisa /Sociale di Rovigo, alla quale la fantasia policromatica di Ugo Nespolo – artista versatile, ogni tanto in prestito al teatro - dona levità ed allegrezza a scene e costumi; mentre la regia di Stefano Vizioli infonde un humour garbato e leggero, che sa divertire lo spettatore senza mai scadere di gusto.

Viaggiare su binari condivisi

E' un'accoppiata vincente – lo si è visto pure in altri spettacoli realizzati insieme – perché viaggia su comuni modi di vedere. Come dice Vizioli, qui l'intento è quello di ”smussare, levigare, semplificare, ovvero, mettere a nudo il meccanismo di quella stendhaliana “follia organizzata e completa” che fa dell’Italiana in Algeri uno dei capolavori assoluti dell’opera comica (non solo) rossiniana”.
Fatto sta che la spiritosa, spontanea, immediata sua drammaturgia gioca di sponda con la sbrigliata fantasia di Nespolo, che consegna alla vista sagome, quinte e fondali allegri e pieni di colori, e deliziosi costumi che odorano tanto di favola. Nell'insieme uno spettacolo seducente e di fragrante freschezza, che corre senza lazzi né spropositi. Lo si rivedrà tra non molto al Verdi di Trieste, ma con cast diverso. Ci saremo.


Musica e follia

Concerta e dirige Francesco Pasqualetti - in buca sta l'Orchestra Archè, duttile e disciplinata, in scena il buon Coro Ars Lyrica – offrendo una lettura elegante nello spirito, ben dosata nelle dinamiche. Buon avvio con la trasparente Sinfonia, e poi cammino tutto in discesa con giusto stacco di tempi, varietà ritmica e ricchezza di tinte. Ben combinata la giovane compagnia radunata per queste recite marzoline, frutto di oculate scelte in sede d'audizione. La scena dell'Italiana è tutta nel gioco dei personaggi e dei rispettivi caratteri. E qui tutti s'impegnano in un lavoro di squadra molto brillante: recitano con schiettezza, fanno a gara di chi canta meglio, brillano nei travolgenti concertati. Vediamo per prime le donne.

Il mezzosoprano Antonella Colaianni – timbro scuro e pastoso, acuti limpidi, schiette colorature - mette in campo una Isabella sensuale e sbarazzina; domina bene il volitivo personaggio, che affiora anche nelle pieghe riflessive di “Per lui che adoro”. Giulia della Peruta offre un'Elvira tenera nel carattere e ben sfumata nelle tinte, e riesce a pilotare bene il Finale I°; Caterina Poggini dà una Zulma sempre spiritosa.
Quanto agli uomini, Diego Godoy consegna un Lindoro franco e simpatico, di ragguardevole impatto vocale; Nicola Ziccardi è un Taddeo bravo nel canto e brioso nella persona; Alex Martini un sapidissimo Haly.

Spettacolo: Italiana in Algeri
Visto al Teatro Sociale di Rovigo.