Nonostante l’emergenza sanitaria, l’ottava edizione di A Summer Musical Festival non si è fermata e, grazie alla co-produzione con la Fondazione Teatro Comunale di Ferrara, la Bernstein School of Musical Theater di Bologna e i suoi allievi sono riusciti a portare in scena il primo musical in Italia dopo il lockdown: si tratta di Jekyll & Hyde, con libretto e liriche di Leslie Bricusse e musiche di Frank Wildhorn, ispirato al romanzo Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde di Robert Louis Stevenson.
Uno spettacolo a 360°
Lo spettacolo è stato allestito nel pieno rispetto delle misure di distanziamento interpersonale. La platea, a uso esclusivo degli attori, conteneva scene minimaliste che hanno saputo evocare – grazie ad alcuni praticabili e a oggetti scenici adeguati – tre ambienti distinti: il laboratorio, il salotto e spazi neutri, utilizzati per l’ingresso/uscita degli interpreti. Il palcoscenico era riservato all’Orchestra della Città e del Conservatorio di Ferrara, diretta con appropriato vigore da Valentino Corvino.
Il pubblico, posizionato nei palchi, ha potuto dunque beneficiare della visione dall'alto a 360° dello spettacolo, con gli attori che recitavano rivolgendosi spesso ai 200 spettatori presenti.
Follia e sopraffazione, tra coerenza e forzatura
Il regista Mauro Simone ha scelto di contestualizzare la narrazione ai giorni nostri: la ricerca di un antidoto alla follia del padre del dottor Jekyll diventa l’attuale corsa contro il tempo per trovare un vaccino contro il Coronavirus. Una scelta coerente sul piano stilistico – se non altro, per giustificare l’utilizzo in scena di mascherine e guanti da parte degli attori – con ripercussioni positive anche sulle coreografie di Giorgio Camandona, caratterizzate da movimenti semplici e asciutti, soprattutto nelle scene di ensemble, grazie alla contaminazione con elementi di voguing (un linguaggio coreografico ancora poco impiegato in Italia, ma già presente in molti musical rappresentati oltreoceano).
Se affrontare una tematica attuale e dolorosa quale il Covid-19 si dimostra una scelta registica coerente, appare forzato – nonostante l’indiscutibile impatto visivo ed emotivo del brano Murder – l’evidente riferimento al movimento #BlackLivesMatter, inserito come stigmatizzazione della sete di violenza di Hyde, che si trova a incarnare – in maniera improbabile – quello stesso esercizio del potere dal quale la sua natura, priva di morale, desidera affrancarsi.
Jekyll & Hyde: il dualismo interiore
Andrea Meli, nel doppio ruolo protagonista, ha saputo far emergere con l’intensità della propria performance e con un’adeguata padronanza dei repentini cambi di registro vocale, il dualismo interiore che caratterizza due personalità contrapposte, espresso in modo particolare nei brani This is the Moment (che precede la prima trasformazione del dr. Jekyll in Mr. Hyde) e Confrontation.
Notevoli anche le interpretazioni di Giada Kodra (Lucy), che esprime nel brano Someone Like You tutta la struggente intensità di un amore non corrisposto, e Nicola Monterumisi (Utterson, anch’egli costretto a una dolorosa scelta finale).