Argomento di triste attualità i figli contesi dai genitori: con sfumature diverse il risultato di un’unione fallimentare è sempre una bagarre rissosa e acrimoniosa in cui se ci sono figli non vengono considerati persone, ma strumenti di vendetta reciproca e oggetti di cui garantirsi l’uso esclusivo, recenti fatti di cronaca lo evidenziano palesemente.
Nella pièce, l’argomento è trattato secondo un taglio particolare evidenziato dal romanzo (1977) di Avery Corman tradotto con successo travolgente nel celeberrimo film del 1979 pluripremiato e osannato in ogni dove e in una commedia di altrettanta popolarità.
Da qui il lavoro del regista Patrick Rossi Gastaldi che ha saputo trasporre la storia in chiave attuale e di Daniele Pecci che oltre ad averne curato l’adattamento è il validissimo e intelligente protagonista.
Punto di partenza di quest’analisi della coppia è il problema dell’emancipazione femminile in presenza di un partner che non fa sentire la donna - una Federica De Martino a volte un po’ rigida - partecipe e realizzata complici anche una certa sicumera e un egoismo maschili (non tanto e solo tipici della ‘virilità’ quanto piuttosto veicolati dalle famiglie d’origine) alquanto diffusi.
Si verifica così un rifiuto del ruolo di moglie e madre difficilmente comprensibile non solo da parte della società di alcuni lustri fa quando forte era il fermento sociale di rivendicazione di diritti di uguaglianza, ma anche di quella attuale per cui risulta estremamente interessante l’esame delle dinamiche di rigetto da parte della donna e della successiva e decisa presa di coscienza di sé e del ruolo materno riscelto in modo consapevole.
Le situazioni variano e ciò che la madre ha lasciato può essere mutato a tal punto che un’intelligente, matura e rara analisi personale porterà ad andare contro a una sentenza agognata e favorevole a lei.
Quanto poi ci sia di ‘favorevole’ nell’affido di un minore a un genitore piuttosto che a un altro sarebbe molto discutibile e dovrebbe creare numerosi dubbi e incertezze nei giudici che devono sentenziare al riguardo e negli psicologi e affini che decidono della vita altrui, ma si sa che abituandosi a un mestiere spesso ci si dota di una corazza di sicurezza e della presunzione di avere la verità tra le mani, fattori che fanno dimenticare a molti di essere semplici uomini.
Un lavoro raffinato reso delizioso dalla presenza del piccolo attore di cinque anni Francesco Borgese il quale molto ha da insegnare agli adulti.
Prosa
KRAMER CONTRO KRAMER
Raffinata edizione di "Kramer contro Kramer"
Visto il
19-10-2012
al
Manzoni
di Milano
(MI)