Prosa
L'ANATRA ALL'ARANCIA

L’amore è una partita a scacchi

L’anatra all’arancia
L’anatra all’arancia

Un tradimento rivelato durante una partita a scacchi. E 25 anni di matrimonio cominciano a vacillare. Così ha inizio la parabola (discendente, o forse no?) di Gilberto e Lisa Ferrari, protagonisti de “L’anatra all’arancia”, commedia scritta nei primi anni Settanta dallo scozzese W.D. Home, successivamente adattata in francese da Marc-Gilbert Sauvajon. Un testo emblematico di una comicità distillata con eleganza.
In Italia, se ne ricorda una storica edizione teatrale (1973) diretta e interpretata da Alberto Lionello, affiancato da Valeria Valeri. Rimane celebre, soprattutto la versione cinematografica di Luciano Salce (1975), protagonista la coppia formata da Ugo Tognazzi e Monica Vitti.

Galeotta fu l’anatra

Luca Barbareschi dirige e interpreta l’allestimento prodotto dalla Casanova Entertainment (la sua società di produzione), in collaborazione con Fondazione Teatro della Toscana.
Una sapiente padronanza dei tempi comici, a livello registico e soprattutto interpretativo, rivela subito la natura sottilmente manipolatrice, egocentrica e fedifraga del suo Gilberto: il weekend a quattro nella casa di campagna di San Vittore Olona (lui, lei, l’altro e la segretaria) è solo il pretesto che innesca una strategia volta a riconquistare l’esasperata moglie Lisa (Chiara Noschese), che sta vivendo un momento di sconforto, sostenuta da Volodia (Gerardo Maffei), un nobile russo, dalla personalità totalmente opposta rispetto a Gilberto.

Altra pedina fondamentale dell’imprevedibile strategia di Gilberto è Chanel Pizziconi (Margherita Laterza), preziosa segretaria del protagonista, uno spumeggiante compendio tra fascino giovanile e grezza genialità.
Un’atmosfera surreale, suggellata dalla scenografia di Tommaso Ferraresi (un praticabile ovale pensato come una sorta di open space) e dallo sguardo interdetto di un domestico (Ernesto Mahieux), protagonista di improbabili ingressi in scena nel tentativo di portare a compimento il fatidico destino riservato all’anatra del titolo.

Un meccanismo comico dal ritmo vorticoso, che scandaglia con adeguata precisione le complesse dinamiche di coppia e la psicologia dei personaggi. In particolare, Chiara Noschese, adottando volutamente un eloquio dialettale lombardo molto marcato, delinea con agrodolce ironia i tratti salienti di una donna combattuta,che tuttavia continua nell’amore coniugale.
Il lieto fine arriva solo dopo oltre due ore di spettacolo, riconoscendo ognuno i propri errori, nella consapevolezza che “Noi due non sarà mai perfetto, ma sarà noi due”.

Visto il 03-12-2017
al Coccia di Novara (NO)