L’ OCCASIONE D’ORO

Solo una questione di tempo. …

Solo una questione di tempo. …
Solo una questione di tempo. E di occasioni, certo. Il teatro italiano talvolta soffre di miopia ma in questo caso il talento è lapalissiano. Chi si trova di fronte ad Antonella Civale si rende conto nel giro di pochi minuti che sta osservando una futura grande attrice. Scenografia di fattezze minimali, luci elementari, costumi semplici ma efficaci, Civale non ha bisogno di orpelli, anche perché quelli se li posssono permettere le ricche produzioni che spesso utilizzano questi mezzi per sopperire alle mancanze registico-attoriali. Fa tutto da sola eppure in scena sono tanti i personaggi che, attraverso i suoi ricordi, affiorano, con eleganza, pulizia, potenza e tenerezza. Curata anche la parte registica , che porta la sua stessa firma. Questi talenti in Italia, ma nel particolare nella giungla teatrale di Roma, soffrono di claustrofobia poiché la loro luce viene appannata dall’infinita quantità di proposte giornaliere della piazza capitolina. Questa “mole culturale” ottiene come risultato si un enorme libertà espositiva ma un eccessiva e deleteria frammentazione del pubblico. Come dare a Cesare quel ch’è di Cesare? Io posso solo contribuire alla causa decantandone le lodi ed augurandole un radioso futuro. Decisamente da vedere.
Visto il
al Argot Studio di Roma (RM)