Prosa
L' UOMO, LA BESTIA E LA VIRTù

A distanza di 95 anni dall…


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A distanza di 95 anni dalla sua prima messa in scena, "L'uomo, la bestia e la virtù" di Luigi Pirandello arriva al Teatro Arcobaleno di Roma dal  28 novembre al 21 dicembre con la regia di Ennio Coltorti.
Uno dei testi più amati e rivisitati del drammaturgo siciliano, prende vita per la prima volta attingendo alla corporeità della Commedia dell'Arte, e all'Opera Buffa esaltando la migliore tradizione performativa italiana, per restituire al pubblico il Pirandello più puro e viscerale, grottesco e ironico, attraverso la riscoperta dell'animalità dei suoi personaggi.

Apologo in tre atti, come definito dallo stesso Luigi Pirandello, "L'Uomo, la Bestia e la Virtù", narra la storia del professor Paolino (uomo o forse bestia?), la signora Perella (la presunta virtù) e il marito di questa, signor Perella (bestia o forse uomo) che culminerà in un "guaio" da riparare in maniera ambigua e inaspettata.

In questa commedia l'autore nostrano ha dato sfogo a tutta la sua ironia e critica sociale, tanto da rendere questa storia di passione, amore, matrimonio borghese e "corna", simbolo di una società malata, dove il limite tra bene e male è nascosto dalle apparenze. Per Pirandello, infatti, "l'uomo" civile maschera con la "virtù" la propria "bestia", ed egli con la sua chirurgica abilità linguistica e drammaturgica mostra fin dall'inizio, in questo testo, la bestia che è in noi, distruggendo inesorabilmente quella maschera dell'amore, della fedeltà, dell'onestà e rivelando alla fine l'essenza utilitaristica, opportunistica e ipocrita degli esseri umani.

"Affrontare Pirandello significa avere il coraggio di andare a frugare nei meandri delle ipocrisie  del nostro tempo, della nostra civiltà, direbbe l'autore, alludendo forse in realtà a tutto il genere umano che nelle società più avanzate indossa una maschera per nascondere il proprio egoismo bestiale".
Questo dichiara Ennio Coltorti, spiegando come il suo lavoro di regia sia partito dapprima da un'attenta analisi del testo e delle didascalie, e poi abbia attinto alla tradizione della Commedia dell'Arte e all'Opera Buffa di fine ottocento, sicuramente conosciuta e apprezzata dall'autore, al fine di rendere scenicamente quello stile grottesco che Pirandello, grande estimatore del teatro tedesco di quel tempo, amava tanto.

Ennio Coltorti e la sua squadra di giovani attori, dopo mesi di confronto con la tecnica della Commedia dell'Arte, portano in scena magistralmente il sarcasmo del drammaturgo italiano, attribuendo ad ogni personaggio un equivalente animalesco, rimanendo fedeli al testo e alle didascalie scritte dallo stesso Pirandello. Il risultato è un lavoro raffinato, uno spettacolo tanto fedele al testo, da apparire un vero e proprio omaggio ad esso.

Visto il 28-11-2014
al Arcobaleno di Roma (RM)