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LA BALLATA DELLE BALATE

"La mafia è un arburu chi fa sempri boni ciuri!"

"La mafia è un arburu chi fa sempri boni ciuri!"

“U cumannari è megghiu d’u futtiri!”

Solo così è possibile spiegarsi la scelta di vita che fa un mafioso. Lo vedi li, solo, chiuso in un luogo angusto.
I suoi racconti sono macabri, osceni, truculenti, eppure lui si sente un martire, parla come Gesù dalla croce, parla al padre, a Dio. La narrazione prende i tratti della preghiera, sciorina il rosario. I Misteri sono le stragi, misteri appunto che solo la “fede” può far comprendere.
Prega, lui, come volesse pentirsi, ma non è pentimento il suo, è semmai la celebrazione della sua esistenza fatta di sangue e sacrificio.
Rievoca una processione del Venerdì Santo a memoria del sangue versato da Dio per gli uomini, per ubriacarsi, forse, di quel misto di esaltazione e misticismo che provocano certe ricorrenze sacre.
Gli echi che giungono da fuori, sotto forma di “pizzini” ora romantici ora persino cabarettistici, gli danno la “forza” di continuare la sua personale “via crucis” di martire predestinato, sin da quando, bambino di umili origini, si sdraiava sotto un albero che fa sempre “boni ciuri” e pensava forse di poterlo creare un albero come quello. La mafia è un albero che fa sempre “boni ciuri”, così dice infatti. Il filo del suo racconto non risparmia nessuno, toccando, sempre con ironia distaccata, tutte le facce di questo potere/martirio. Il politico che rinnega la mafia, anzi dice di combatterla, fa come quello di cui raccontava suo nonno, che diceva “Schifiu!” e poi dopo “mi nni duni tanticchi?”.
Vergogna! E s’incazza. E ci fa ridere, tra le note di Giovanni Parrinello che accompagna con grande sensibilità questa divertente e amara via crucis.
 

Alla fine ti rendi conto di avere davanti un boia, un macellaio, uno squartatore, eppure non pensi di poter relegare a lui tutto il male senza prendertene almeno un pezzetto anche tu.

Forse perché ho davanti uno straordinario Vincenzo Pirrotta.

Visto il 09-04-2011