Il testo de “La banda degli onesti” è fantasioso nella sua semplicità e fa presa immediata sul pubblico.
Il protagonista, un portiere un po’ ignorantello, non troppo furbo ma di una simpatia irresistibile, che cerca di cavarsela tra i guai economici di famiglia, in modi più o meno onesti, è un personaggio col quale Avallone può davvero divertirsi, dandone come sempre un’interpretazione del tutto unica e personale, arricchita dalla sua esperienza sul palco, senza subire il confronto con la famosa versione cinematografica di Totò. Col suo volto dotato di un’innata espressività e comicità, con quegli sguardi che parlano da soli, riesce a rendere vivace e brioso Don Antonio e si riconferma anche molto efficace ed affiatata la coppia Antonello Avallone – Francesco Tuppo.
Con un mucchio di chiacchiere e discorsi poco chiari – spesso impreziositi da divertentissimi giochi di parole – Don Antonio Bonocore riesce inspiegabilmente ad incantare chi, in fin dei conti, forse è ancor meno furbo di lui.
Ma ogni personaggio di questa commedia ha valore ed è reso impeccabilmente e davvero strepitosa è la moglie tedesca di Don Antonio, Maria, interpretata da Sandra Paternostro. Buffa anche la trovata della compagnia di scherzare in modo autoironico sulla scelta di far interpretare molteplici ruoli (secondari) da un unico attore, Stefano Meglio.
La fabbricazione delle diecimila lire false a mo’ di intervento chirurgico e le altre attività “illegali” di questa banda, ci vengono mostrate, secondo un’idea scenografica intelligente, attraverso un velo opaco e su un palco rialzato in retroscena: stratagemma che da l’idea di clandestinità di queste scene.
Insomma, questo lavoro cattura e delizia il pubblico e non si smette di ridere un secondo.
Roma, Teatro Dell’Angelo, 22 Gennaio 2009
Visto il
al
Dell'Angelo - Sala Grande
di Roma
(RM)