Prosa
LA BEATITUDINE

"La beatitudine" e il mago della finzione

"La beatitudine" e il mago della finzione

Compagnie come quella di Fibre Parelle sono una grande risorsa per il teatro italiano. Il loro spettacolo La beatitudine, che ha debuttato per la prima volta nel 2015, va in scena al Teatro Franco Parenti di Milano fino al 18 dicembre, con la regia del duo che fonda la compagnia nel 2006: Licia Lanera e Riccardo Spagnulo.

È Riccardo Spagnulo a occuparsi della drammaturgia: problematizza il rapporto tra realtà e finzione, narrando la storia di due coppie in crisi, una costituita da una madre e un figlio, l’altra da moglie e marito. L’elemento che causa la crisi è in entrambi i casi il ‘terzo incomodo’ che impedisce ai vari personaggi di raggiungere la propria beatitudine: tra madre e figlio c’è una carrozzella su cui Danilo, il figlio, è bloccato e che causa l’atteggiamento iperprotettivo della madre; tra moglie e marito c’è un fantoccio, la riproduzione in plastica di un bambino, che, per volontà di Licia, ha preso il posto del suo figlio reale, morto prima del parto.

L’originalità totale di questa pièce sta nell’inserire i conflitti interni alle due coppie in una cornice che svela tutta la finzione teatrale: il mago Cosma Damiano (che ricorda in qualche modo il personaggio pirandelliano di Cotrone, detto proprio “Il mago” ne I giganti della montagna) sembra dirigere l’azione, poiché rimane sul fondo del palcoscenico per tutta la durata dello spettacolo e interviene in poche occasioni, svela la finzione scenica, snuda e svergogna la finzione teatrale.

Dopo uno spettacolo simile è impossibile non domandarsi per quale motivo sembra che tutti noi abbiamo così bisogno della finzione, quale sia il suo reale scopo e il reale motivo per cui ne facciamo largo uso in tutta la nostra vita (non solo a teatro). A questo proposito è bene fare attenzione alle parole che usa Cosmo Damiani, perché inducono a una riflessione: sul palcoscenico la simulazione della realtà è dichiarata, lo spettatore sa di assistere a qualcosa che qualcuno ha costruito simbolicamente. È molto più facile, invece, non accorgersi di quando nella vita quotidiana si verifica quello che per esempio accade a Licia, la quale sostituisce alla realtà del figlio mancante un pupazzo di plastica, con la pretesa che questo stratagemma risolva le sue crisi.

Non sarà certo la finzione a salvarci dai nostri mali, né tantomeno il teatro; nel frattempo però possiamo continuare ad andarci, soprattutto per assistere a questo spettacolo, La beatitudine, in scena al Teatro Franco Parenti fino al 18 dicembre.

Visto il 09-12-2016
al Franco Parenti - Sala 3 di Milano (MI)