Danza
LA BISBETICA DOMATA

Il Bolshoi alla Scala raddoppia gli applausi con la Bisbetica

La bisbetica domata
La bisbetica domata

Il secondo titolo previsto per la tournée italiana del Bolshoi a Milano è stato la Bisbetica domata. Per la celebre commedia di Shakespeare c'è la musica del compositore russo Dmitrij Šostakovič

Il secondo titolo previsto per la tournée italiana del Bolshoi a Milano è stato la Bisbetica domata. Per la celebre commedia di Shakespeare c'è la musica del compositore russo Dmitrij Šostakovič.

Un perfetto matrimonio tra musica e coreografia

Al contrario di altri compositori che lavorarono su commissione per la danza, Dmitrij Šostakovič scrisse solamente tre partiture da balletto. Inviso al regime sovietico che lo ostacolò non poco nella sua vita, Šostakovič si dedicò a vari generi musicali, dalle sinfonie alle colonne sonore dei film. E proprio la musica scelta, una sorta di collage musicale, può essere considerata il fil rouge del balletto.

Il coreografo Jean-Christophe Maillot pone grande attenzione ai pezzi selezionati e pare voler connotare ogni personaggio abbinandolo ad una determinata sonorità: alla graffiante Caterina associa il timbro acuto degli archi, mentre allo zotico Petruccio riserva le percussioni. Šostakovič scrive walz, polke e galop con tale freschezza che non si può non restare rapiti: non a caso, uno degli ultimi brani danzati, tratto peraltro dall’Età dell’oro, è passato alla storia con il film Tea for two.


La Caterina di Maillot

Sebbene Jean-Christophe Maillot non ami lavorare con gli estranei, come da sue parole, coreografare per il corpo di ballo del Bolshoi è sicuramente fonte di ispirazione. I ballerini infatti in questo linguaggio nuovo hanno dimostrato una grande versatilità e un livello tecnico quasi superiore a quello del repertorio classico. Le difficoltà tecniche sono apparse subito notevoli: le prese, i fuori asse, le pose non accademiche avevano una precisione assoluta. Ekaterina Krysanova nel ruolo di Caterina e Vladislav Lantratov nel ruolo di Petruccio sono stati eccezionali.

Anche la pantomima tipica del balletto tradizionale è stata presentata con pathos e nervo. Emerge una Caterina non capricciosa, ma una donna del secondo millennio, che non si sente inferiore al suo uomo né per doti intellettuali, né per potere economico. La coreografia ha poi presentato anche alcune note tipiche della tradizione di carattere russa, con grandi salti per gli uomini che sono stati ampiamente valorizzati.


L’elegante semplicità di scene e costumi

Pulito anche l’allestimento nella sua semplicità: una scala a doppia rampa e dei prismi triangolari, il tutto rigorosamente in bianco.
Delicato l’effetto sortito nel secondo atto dagli elementi verticali che hanno simulato un bosco di betulle sulle quali cadono silenziosi i fiocchi di neve. Le sei coppie del corpo di ballo sono state vestite in bianco e nero con le donne in nero nel primo atto e in bianco nuziale nel primo. Verde-nero i colori scelti per Caterina e bluette-bianco per Bianca in contrapposizione tra terra e cielo.

Visto il 11-09-2018
al Teatro Alla Scala di Milano (MI)