Lirica
LA BOHèME

Bohème bulgara

Bohème bulgara

Il Comunale di Modena ha messo in scena, fuori abbonamento, La Bohème di Giacomo Puccini, coproduzione fra il teatro nazionale d’opera e balletto di Sofia, dove l’opera è andata in scena a dicembre 2010, e la Fondazione Teatro Comunale di Modena, realizzata in collaborazione con la Nuova Università Bulgara di Sofia e la Fondazione Raina Kabaivanska. Il progetto nasce da un'idea della stessa Kabaivanska, nata in Bulgaria, dove le sue radici sono profonde e salde, ma da tantissimi anni trasferitasi a Modena, dove, attualmente, dopo avere abbandonato le scene, si occupa di nuovi talenti. Nel 2001 Raina Kabaivanska ha iniziato una Master Class presso la New Bulgarian University e nel 2002 ha istituito un fondo presso NBU che sostiene le sue attività in Bulgaria e fornisce borse di studio universitarie per giovani cantanti lirici in Bulgaria e in Italia (più di 100 giovani artisti provenienti dai cinque continenti hanno studiato in NBU Master Class e circa 40 sono i beneficiari del fondo che hanno continuato i loro studi con Raina Kabaivanska e si sono esibiti sul palco professionale con l'aiuto della diva dell'opera).

Con queste nuove voci è stata allestita Bohème: non un saggio, ma una vera e propria prova canora. I cantanti dell’opera si sono formati nelle classi e nei corsi di alta formazione tenuti dal soprano presso l’Istituto Superiore di Studi Musicali “O. Vecchi - A. Tonelli” di Modena, l’Accademia Chigiana di Siena e la Nuova Università Bulgara, dove la stessa soprano è docente.
Lo spettacolo, di impianto tradizionale, ha proposto un allestimento creato da Boyko Bogdanov, uno dei maggiori registi bulgari contemporanei, autore di numerosi spettacoli per il teatro, il cinema e la televisione, qui ripreso nella regia da Vera Petrova, dal 1996 prima collaboratore, poi regista stabile quindi vicedirettore del Teatro di Sofia. Una regia piacevole, benchè ingenuamente tradizionale, senza una personalizzazione che non fosse di puro carattere oleografico. Le stesse scene, create da Svetoslav Kokalov, non aiutavano a uscire da questo tradizionalismo a cui, forse, non siamo più abituati. Sulla stessa scia i costumi di Petya Stoykova.

I cantanti, tutti rigorosamente under 30, hanno dato una buona prova, dimostrando di essere stati preparati da un’ottima ed eccezionale maestra! Tra tutti spiccava Maria Agresta in Mimì, una bella voce ferma e sicura, begli acuti e una personalità notevole. Marco Frusoni in Rodolfo ha dimostrato un’ottima tecnica vocale, ma la voce, un po’ chiusa, deve ancora formarsi, diversi acuti sembravano soffocati o irraggiungibili, ma nel complesso più che sufficiente. Bravo il Marcello di Daniel Stefanov che ha dimostrato di essere pienamente nella parte e di avere una voce calda con buoni acuti e buone note basse. Così pure possiamo dire del Colline di Alexander Nossikoff, la sua aria Vecchia zimarra è stata una dei momenti più felici della serata. Maria Radoeva in Musetta, dopo un inizio faticoso, ha dato una discreta, dimostrando una voce corretta. Lo Schaunard di Matteo Ferrara ha dato il meglio di sé, anche se non sempre ha convinto. Ricordiamo inoltre Evtim Boyanov in Parpignol, Stoil Georgiev nei ruoli di Benoît e Alcindoro, con prove più che sufficienti, anche se la cattiva pronuncia italiana non contribuiva molto alla buona riuscita del canto.

Il maestro Aldo Sisillo, alla guida di un’impeccabile Orchestra del Teatro Nazionale d'Opera e Balletto di Sofia, ha dato una lettura precisa e inappuntabile. Buono, ma un po’ rigido, il Coro del Teatro di Sofia, guidato da Violetta Dimitrova; ottima prova del Coro di voci bianche della Fondazione del Teatro Comunale di Modena preparato da Melitta Lintner.

Il Teatro modenese era completamente esaurito da un pubblico entusiasta e plaudente, per una produzione che ha sancito, grazie all’amore e alla passione di Raina Kabaivanska, l’amicizia tra Modena e la Bulgaria.

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