Lirica
LA BOHèME

Torre del Lago, Gran Teatro a…

Torre del Lago, Gran Teatro a…
Torre del Lago, Gran Teatro all’aperto Giacomo Puccini, “La Bohème” di Giacomo Puccini ACQUERELLI DI BOHEME La Bohème presentata come primo titolo di apertura del Festival di Torre del Lago è il riuscito allestimento nato dal binomio fra l’artista belga Jean–Michel Folon e Maurizio Scaparro nell’ambito del progetto “Scolpire l’opera” e vincitore del prestigioso Premio Abbiati nel 2003.Di Folon, scomparso nel 2005 e che instaurò un intenso rapporto affettivo e creativo con il territorio della Versilia, sono ora esposti nel Parco della Versiliana, nella mostra omaggio “Allée des pensées – Un percorso verso La Bohème” organizzata con il contributo del Festival Puccini, quattordici opere in bronzo per formare un itinerario poetico fra natura e meditazione che idealmente richiama la poesia schizzata per Bohème. Ed è proprio per la sua natura poetica che l’allestimento coloratissimo e naif, essenziale e moderno, ma al tempo stesso rispettoso delle indicazioni del libretto e del compositore, conferma la sua originalità e freschezza. Il palcoscenico è una tavolozza colorata inclinata su cui sono disposti pochi mobili e quadri astratti; sul fondo della scena un grande schermo appoggiato come una tela sul cavalletto rimanda immagini in movimento per ricreare la giusta atmosfera, ritratti dei pittori della Parigi dell’epoca (Modigliani, Picasso) e soprattutto le inconfondibili pennellate di Folon, dai colori teneri e sfumati, che acquerellano sullo schermo paesaggi dell’anima in un’ultima illusione di felicità. La Parigi di Folon ha comignoli pastello da cui nascono arcobaleni, cieli notturni con una falce di luna da fiaba mentre cade la neve la Barriera d’Enfer è un’inferriata colorata e luminosa che galleggia nel buio ed i fiori senza odore di Mimì sbocciano e si dissolvono come sogni e chimere. Con pochi dettagli la scena cambia, adattandosi con naturalezza al mutare della situazione: bastano luci più azzurrine e soffuse e riviviamo, complice la magia notturna del lago, tutta la poesia del primo incontro fra Rodolfo e Mimì, tovaglie colorate disposte a vista sui tavoli come pennellate di colore ricreano l’allegria di Momus e del quartiere latino. La regia di Maurizio Scaparro, garbata e leggera, coglie le sfumature della giovinezza, “bella età d’inganni e d’utopie”, propria di Bohème e sottolinea con una recitazione molto naturale l’inclinazione al sogno e al gioco, nell’amore e nell’arte. Un cast di giovani cantanti, scenicamente molto credibili, ha contribuito a dare la giusta connotazione giovanile all’opera rendendola più spontanea e commovente. Nel ruolo di Mimì si è distinta Maya Kovaleska, voce lirica, ben proiettata e sicura, che non ha difficoltà a passare l’orchestra anche in un’arena estiva. Una Mimì perfetta, dal canto luminoso e vibrante, carico di delicatezza e fragilità. Gianluca Terranova (previsto nel secondo cast e chiamato in sostituzione dell’indisposto Roberto Aronica) ha timbro gradevole e un canto che cerca la sfumatura, ma la voce non ha grande estensione e in un’esecuzione all’aperto le forzature risultano più evidenti. Ottimo Massimiliano Valleggi, un Marcello naturale ed elegante, dal fraseggio accurato e voce piena. La giovane Alessandra Meozzi ha le physique du role per Musetta, ma non ha ancora acquisito sufficiente maturità vocale ed interpretativa e il personaggio risulta più petulante che civettuolo. Brillante e ben caratterizzato lo Schaunard di Federico Longhi. Paolo Pecchioli è un apprezzabile Colline dalla “vecchia zimarra” intimista e sentita. Completano adeguatamente il cast Franco Giusti nella duplice parte di Benoit e Alcindoro e il Parpignol di Thomas Vacchi. La direzione di Marcello Rota è discontinua nei tempi e nei risultati, per cui a momenti ispirati e ricchi di suggestioni emotive si succedono pagine penalizzate da scarso controllo dello strumentale. Un po’ per le imprecisioni di alcune sezioni dell’orchestra, un po’ per l’esecuzione all’aperto, sono andate perse quelle finezze della strumentazione che rendono così interessante la partitura pucciniana. Buona la prova del coro di voci bianche, non sempre a fuoco il coro preparato da Stefano Visconti. Un pubblico composto per buona parte da stranieri, ma anche da viareggini doc come Stefania Sandrelli (guest-star della serata), ha pienamente apprezzato la poesia dello spettacolo e del lago tributando alla fine calorosi applausi. Visto a Torre del Lago, Gran Teatro all'aperto, il 19 luglio 2009 Ilaria Bellini
Visto il