Dal cinema al palco. Massimo Romeo Piparo si cimenta nella “cage aux folles” portando in scena, al Manzoni di Milano, l’adattamento di Herman e Fierstein (Trasposizione basata sul testo di Jean Poiret).
Rilettura e regia italiana con qualche modifica per andare incontro ai gusti del pubblico meneghino; non mancano tuttavia accenni e rievocazioni al gusto en travesti. Repertorio di motivi è in stile anni ottanta tra cui brilla, fra tutte, l’immortale “I am what I am” vero e proprio inno alla diversità.
Prosa e canto Tra risate e musica Marco Columbro ed Enzo Iacchetti conquistano la scena. Buoni anche se un po’ troppo marcati i caratteristi (Fantoni, ad esempio, tende a spingere un po’ troppo sul pedale della macchietta,ma il risultato nell’insieme non stona troppo).Ottimo il corpo di ballo. La giusta combinazione tra musical e commedia maliziosa fanno, di questa produzione, un prodotto realizzato onestamente e con un soddisfacente livello di professionalità.
Scene e costumi Il dispositivo scenico riprende e valorizza il carattere della commedia degli equivoci; pur se con qualche richiamo alle scene originali del film. Prevale il tradizionale contrasto tra: abiti grigi e conformisti ed i colorati e sgargianti costumi degli artisti della cage aux folles. Divertimento e un pizzico d’ironia; per questo felice adattamento. Buono il grado di apprezzamento in sala: risate e qualche applauso a scena aperta.