Lirica
LA CAMBIALE DI MATRIMONIO

Come acquistare una moglie di sano e robusto temperamento ? Ce lo insegna Rossini

Come acquistare una moglie di sano e robusto temperamento ? Ce lo insegna Rossini

«Signore, ho risolto di formare una compagnia matrimoniale...perciò sul primo vascello che partirà per queste Colonie speditemi una moglie delle seguenti forme e qualità...». Questo chiede il ricco mercante canadese Slook al collega Tobia Mill, anticipando per lettera il suo arrivo in Inghilterra. Stravagante modo di negoziare un matrimonio: mettere una fanciulla ad oggetto di una cambiale commerciale trattandola alla sorta di «una balla di mercanzia». Per fortuna Slook palesa molta saggezza, poiché una volta scoperto che la sposa destinatagli – Fanni, figlia del suo socio in affari – ha il cuore già ipotecato, lascia il passo al giovane Edoardo e predispone il lieto fine della vicenda.

Un meccanismo teatrale irresistibile
Basato su una spiritosa commedia di Camillo Federici, l'agile libretto che Gaetano Rossi appronta nel 1810 per La cambiale di matrimonio prima delle farse veneziane di Rossini – permette l'elaborazione di un'operina di taglio ancora tradizionale, dove si alternano ingenue acerbità e lampi della futura genialità. Tutto ruota attorno alle due contrapposte sagome di Slook e Mill, amici prima, antagonisti poi: il primo un po' naïf ma giudizioso, il secondo il tipico genitore ottuso e dispotico. Figure supportate al meglio dall'estrosità scenica dei baritoni Paolo Ingrasciotta e Daniele Caputo, due interpreti che mostrano entrambi una spontanea musicalità, freschezza di fraseggio, buona costruzione tecnica. Tocca alla coppia Fanni-Edoardo – qui affidata a Lara Lagni e Yauci Yanes Ortega, voci ancora immature e inadeguate - offrire i momenti di amorevole sentimentalità. E poi ci sono Norton e Clarina, i due domestici di casa Mill: e sono Diego Savini e Sara Fanin, frizzanti seconde parti.

Ritmo sì, ma non troppo
Rossini imprime a questa sua giovanile partitura un andamento veloce, fluido e spigliato. La concertazione di Giovanni Battista Rigon – vivace, brillante, a tratti persino vorticosa – finisce tuttavia per eccedere in esuberanza, imponendo a tutti – anche all'Orchestra di Padova e del Veneto – un tono molto concitato. Scelta che finisce innegabilmente per sacrificare un po' la leggerezza di questo lavoro pervaso di humour sornione, mortificare la distesa cantabilità delle linee vocali, sminuire l'importanza dei momenti di tenerezza tra i due amanti. E che talvolta pare forzare gli interpreti – soprattutto i due bassi - a spingere l'emissione ai limiti estremi.

L'intervento di Marco Gandini ed Andrea Tocchio – regista e scenografo – consegna sulla scena fissa dell'Olimpico uno spettacolo rapido e brioso, dove un curioso gioco scenico fa combinare ai personaggi con bianche lettere di varie dimensioni parole e nomi, mentre dietro troneggia un'unica, rossa, grandissima R: quella di Rossini. Espediente simpatico all'inizio, oltremodo ripetitivo alla fine.

 

Visto il 04-06-2017
al Olimpico di Vicenza (VI)