Lirica
LA CENERENTOLA

Una favola con libri e topi

Una favola con libri e topi

La Cenerentola rappresenta una tappa fondamentale nell'universo compositivo rossiniano, un caposaldo dell'evoluzione del linguaggio dell'autore, il quale arriva qui a realizzare non un'opera comica in senso stretto, bensì un dramma giocoso, ove alcuni personaggi come don Magnifico, Clorinda e Tisbe, incarnano i tipici ruoli buffi, mentre Angelina e Alidoro sono animati da una tensione maggiormente drammatica. Rispetto all'originale di Charles Perrault, il pesarese tende a sottolineare con più evidenza l'elemento patetico, riportando la vicenda, attraverso numerosi cambiamenti, dal mondo della fiaba a quello della realtà.

Parte dell'elemento favolistico, cui Rossini aveva rinunciato, viene però recuperato in questo nuovo allestimento grazie all'abile e intelligente regia di Rosetta Cucchi. La scena si apre con dei curiosi e simpaticissimi uomini-topo in frac, addormentati su scale di metallo all'interno di una vecchia biblioteca, dove, una volta svegli, scoprono un libro di fiabe dal quale, grazie ad una magia di Alidoro, prenderà vita tutta la vicenda. Il tema del libro viene ripreso in continuazione: è proprio grazie all'apertura di enormi tomi, infatti, che gli onnipresenti uomini-topo, spettatori e al contempo coadiutori dell'azione, creeranno sempre nuove ambientazioni.
Semplici le scene di Paolo Giacchero, ma a loro modo molto efficaci. Uniche concessioni al mobilio: un letto a castello nella casa di don Magnifico, un tavolo da stiro calato dall'alto e una sedia posta nel camino ove si rifugia Cenerentola. Ancora più astratto e immaginifico il palazzo del principe, caratterizzato solamente mediante libri aperti in guisa di siparietti con decorazioni a finti marmi. Argute alcune trovate di regia come il solenne arrivo di Dandini nei panni di principe su una sfarzosa portantina a forma di corona o don Magnifico che cerca di incantare gli astanti con un ciondolo, usato in foggia di pendolo, mentre finge che la terza figlia sia morta o ancora la foto di gruppo al termine del primo atto.

Tutto di giovani, alcuni dei quali vincitori del concorso As.Li.Co., il cast. Gradevole la voce di Chiara Amarù nei panni di Cenerentola: bello il timbro e buona la tecnica; la protagonista si mostra forse più a suo agio nella zona acuta che in quella grave, ma è capace di espressione e di colore, non forza mai l'emissione ed è piuttosto abile nel canto di agilità. Prestazione apprezzabile anche per Edgardo Rocha (don Ramiro), dotato di una voce dal timbro leggero, morbida nella linea di canto, capace di acuti solidi e precisi, anche se talvolta il registro basso appare poco corposo. Sicura e scenicamente efficace l'interpretazione di don Magnifico realizzata da Omar Montanari: una vocalità piena, matura e ben impostata, unita a una non trascurabile interpretazione del personaggio. Più che decorosi il Dandini di Serban Vasile, il quale, nonostante la buona timbrica, si mostra talvolta in difficoltà sulle agilità e l'Alidoro di Mihail Dogotari, promettente, ma probabilmente ancora un poco acerbo. Con loro Alessia Nadin e Stefania Silvestri nei panni di due spigliate Tisbe e Clorinda, sempre molto caratterizzate e agghindate con bellissime acconciature a dir poco improponibili.

Direzione serrata ed efficace per il maestro Giacomo Sagripanti alla guida dell'orchestra dei Pomeriggi Musicali; buona la prestazione del coro del Circuito Lirico Lombardo, anch'esso in vesti da topo, ben preparato dal maestro Antonio Greco.

Grandi applausi finali da parte di un pubblico entusiasta; qua e là qualche sedia vuota in teatro.
Lo spettacolo sarà al teatro Sociale di Como il 2 e 4 dicembre e al Fraschini di Pavia il 9 e 11 dicembre.

Visto il
al Ponchielli di Cremona (CR)