Mozart e Salieri, Salieri e Mozart. Sono secoli che la letteratura e l’arte contrappongono le figure di questi due uomini, ed il povero artista italiano, che a Vienna fu musicista di corte proprio negli anni in cui il giovane Wolfgang Amadeus conobbe fama e successo, purtroppo sarà condannato per l’eternità ad essere famoso più per il dualismo con l’enfant prodige austriaco che per le sue opere musicali.
Dicevamo dell’enorme mole di letteratura, soprattutto teatrale, che in questi secoli ha alimentato la leggenda che vuole Salieri, spinto dall’invidia per il talento del giovane collega, ad essere artefice della morte di quest’ultimo, e non si sottrae a questo rituale il nuovo spettacolo ideato e diretto dal maestro Roberto De Simone. Punto di partenza è per l’appunto il testo Mozart e Salieri di Puskin, che occupa tutta la prima parte della rappresentazione. Dopo la morte del giovane genio musicale, però, il gioco cambia; ed ecco che Amadeus e la sua musica entrano nell’immortalità del mito, antesignano di quegli oggetti di culto che hanno decretato la nascita del pop. Al pari dei ritratti di Andy Warhol, l’immagine del musicista si moltiplica infatti in altre mille, come in un caleidoscopio, e la sua musica entra nella vita quotidiana di tutti, contaminata da altri generi e culture, partendo dai musicisti di strada fino agli autori dei moderni musical.
In questo moltiplicarsi, scomporsi e ricomporsi dell’immagine e dell’opera mozartiana, entra a far parte, in un processo d’identificazione totale, il protagonista di una delle sue opere più note, Don Giovanni, anch’egli sopravvissuto al suo mito attraverso un riprodursi continuo nell’arte e nell’immaginario collettivo.
Un progetto colto ed ambizioso quello di De Simone, la cui realizzazione, però, appare purtroppo un po’ sfilacciata ed a tratti incompleta, come se si trattasse di uno studio di semiologia musicale in progress. Musica, prosa e teatro dei burattini s'intrecciano senza amalgamarsi del tutto, a discapito di un'unità teatrale che fatica a raggiungere lo spettatore, anche il più attento e meno sprovveduto.
Di grande valore l’équipe di musicisti diretti egregiamente da Renato Piemontese ed i cantanti, tra i quali ci piace ricordare la bravissima Renata Fusco. Meno riuscita, purtroppo, la parte recitata, con un Franco Javarone che, seppur bravo, risulta un po’ fuori parte per il ruolo del raffinato e tormentato Salieri, ed un più che acerbo Biagio Abenante che interpreta con approssimazione e poca credibilità il giovane Mozart; scelta che sorprende, visto che De Simone-regista solo un anno fa criticò, in occasione della presentazione de La donna vendicativa, altri registi che portano in scena attori non preparati adeguatamente. Infine, come in tutti gli spettacoli del Maestro, risultano eccellenti e di grande impatto scenico i costumi di Odette Nicoletti e le scene di Nicola Rubertelli, esaltati dallo straordinario disegno luci di Luigi Ascione.
Teatro Mercadante - Napoli, 31 gennaio 2007
Visto il
al
Delle Palme
di Napoli
(NA)