Prosa
LA COMMARE SECCA

“Sei brutto come la morte!” o…

“Sei brutto come la morte!” o…
“Sei brutto come la morte!” o peggio ancora “Te se prendesse la morte!”. Quante volte l’avremo detto o sentito, noi romani? E se la morte o come la si chiamava ironicamente a Roma, la Commare Secca, si stufasse di essere sempre tirata in ballo con tanta leggerezza? Se impersonificandosi in un omone annoiato e anche un po’ birichino, stesse lì, in agguato, ad aspettare le nostre ultime parole famose? Il risultato sarebbe geniale e divertente come l’idea dell’autore di questa commedia, Claudio Fabi, che interpreta e inventa una Commare Secca che, quasi quasi, ispira simpatia (quasi…) e che di certo, a un vero romano, non fa paura “Perché a noi romani la morte ce fa un baffo!” come dicono anche i protagonisti. I personaggi sono tutti frutto di una trovata fantasiosa e attenta dell’autore: una famiglia bizzarra che vede cambiare più volte la sua sorte, nell’arco degli anni e una donna, Giulia, detta “La nonna”, che tra l’ipocrisia e la superficialità della gente, insegna al suo nipotino preferito Adone, l’affetto, la sincerità e i valori importanti. Intorno a loro, uno staff variegato di ballerini, cantastorie, musicisti, che animano insieme agli attori la narrazione con musiche, canti e danze davvero apprezzabili. Se un applauso particolare va alla “Commare” e alla “Nonna”, bisogna dire che anche tutti gli altri sono bravi e stanno al gioco, divertendosi e divertendoci, in un’armonia che non si spezza mai. Tornando a casa, non si può fare a meno di canticchiare uno di quei formidabili stornelli romani che entra in testa e non esce più. Roma, Teatro dell’Angelo, 4 Marzo 2009
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