In questa rilettura dei Menecmi di Plauto, prototipo della commedia degli equivoci, Gian Mesturino e Girolamo Angione si mettono nuovamente alla prova come autore e regista e il risultato sono due ore di spassosissima comicità, questa volta forse più di uno spettacolo “a tenuta” che furoreggiano nella programmazione del Gioiello. Gli spunti sono sempre semplici, anche quando “drammaturgicamente illustri” (stiamo pur sempre parlando di un canovaccio plautino): il tema del doppio, i dilemmi sull’identità conservano un fascino senza tempo e il merito di questa versione è sicuramente quello di guidare gli attori nella direzione di una comicità non necessariamente elaborata, ma che lascia il segno.
Scene o numeri musicali potrebbero anche essere più o meno funzionali a quello che accade in scena, ma questa volta è doveroso concentrarsi su quanto gli attori possono contribuire a rendere attuale e godibile il testo. Mario Acampa nei panni – neanche troppo sdoppiati – dei due gemelli identici e con lo stesso nome protagonisti della commedia, che effettivamente si “rincorrono” sul palco, senza mai incontrarsi, compie un lavoro attoriale “maturo” e scanzonato nella giusta misura, con una presenza scenica che ogni volta mantiene livelli ragguardevoli.
Lo stesso discorso va fatto per Alberto Barbi, nel divertentissimo ruolo di Cilindro, cuoco della sensuale cortigiana Erozia (Elena Soffiato): entra in scena con uno sguardo e un andatura in stile “Sweeney Todd” e, nel giro di pochi istanti, rende magistralmente l’opposta essenza comica del suo personaggio, facendo chiaramente intuire di essere uno che "di salsicce se ne intende"...
Silvia Barbero interpreta il ruolo di una moglie opprimente, ma che grazie agli scambi di persona tra i due Menecmi ritrova la propria sopita sensualità; Eugenio Gradabosco, nei panni di Euclione, è un suocero “da non sottovalutare”, il quale dispensa consigli non troppo ortodossi su come mantenere la serenità della vita familiare, suo malgrado, al gemello sbagliato!
A sopportare, subire, ma anche fomentare, le paradossali situazioni nelle quali si trovano coinvolti i due Menecmi, i rispettivi servi (o meglio, un parassita e uno schiavo con velleità da uomo libero, ma che in realtà si trova molto a suo agio nella propria condizione di sudditanza al padrone): Spazzola e Messenione, interpretati dai giovani Andrea Puglisi e Alex Zacchello, due “spalle comiche” davvero impeccabili.