Danza
LA DAME AUX CAMéLIAS

Milano, teatro alla Scala, “L…

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Milano, teatro alla Scala, “La Dame aux camélias” di John Neumeier, musica di Fryderyk Chopin L'INTENSA, AEREA FELICITA' DELL'AMORE Ci sono molti motivi per vedere “La Dame aux Camélias” del coreografo John Neumeier alla Scala, uno dei titoli più celebri ed amati del balletto moderno, creato nel 1978 per lo Stuttgart Ballet e la sua direttrice Marcia Haydée su musica di Chopin. Il principale è di certo Alessandra Ferri, che debutta nel ruolo e dà l'addio alle scene scaligere. Infatti l'étoile, da donna intelligente e coraggiosa quale ella è, lascia la danza nel momento di massimo splendore, mentre è al vertice. Dopo Milano, la Ferri sarà negli Stati Uniti per partecipare a tre produzioni al Metropolitan Opera House con il New York Ballet e l'American Ballet: Otello (Desdemona), Manon e Romeo e Giulietta, con cui a giugno darà definitivamente l'addio alle scene, perchè si concederà solo qualche gala in Italia (tra cui lo Sferisterio di Macerata il 27 luglio) e in Giappone. Alessandra Ferri avrebbe dovuto già debuttare il ruolo nel 2001 a Palermo con l'Hamburg Ballet di Neumeier, ma era in attesa della seconda figlia e non fu possibile. Debutta oggi, in un momento magico per la vita e la carriera, con la maturità necessaria ad interpretarlo. Altro debutto quello di Roberto Bolle nel ruolo di Armand Duval. “La Dame aux Camélias” è un grande balletto narrativo; a differenza del romanzo di Dumas e dell'opera di Verdi, la storia è integrata con i personaggi di Manon Lescaut e Des Grieux, usati come una sorta di specchio per Marguerite e Armand: i loro pensieri, i dubbi, le idee sul futuro, le fantasie si fanno visibili, riflettendosi nell'altra coppia. Del resto qui Marguerite e Armand si conoscono a teatro durante la rappresentazione del balletto “Manon Lescaut”, anche se la narrazione comincia dopo la morte della Dame, con l'asta dei suoi beni ed i ricordi che essi suscitano nel cuore, ancora palpitante, di Armand. Per il resto i momenti salienti del plot ci sono tutti. Atleticità, calzamaglie, spazi vuoti sono le parole d'ordine di Neumeier anche in questa creazione, che, pur non rispettando alla lettera la storia, ne svela comunque i meccanismi logici e sentimentali in un approccio classico e la tempo stesso profondamente contemporaneo. Il geniale coreografo cura anche lo sguardo, il gesto di una mano, un ventaglio lasciato cadere, lo sguardo a una valigia; pone l'accento sulle movenze di ogni singolo danzatore sul palco; declina all'infinito ogni dettaglio. I lunghi istanti senza musica non fanno altro che sottolineare, evidenziare i sentimenti con somma eleganza e somma emotività. Centrali i tre lunghi, superbi, inarrivabili pas de deux, che attraversano il balletto nei tre atti e scandiscono l'evoluzione dei protagonisti nel corso della vicenda. Nel primo la scoperta dell'amore (uno ai piedi dell'altro), nel secondo la pienezza dell'amore (intensa, aerea felicità), nel terzo l'amore e l'odio di una passione avvelenata (un'altra stagione, anche nel cuore). Alessandra Ferri è una “divina” Marguerute, intensa e partecipe, in splendida forma; la palpabile sofferenza intima e fisica arriva al cuore degli spettatori, nella commozione che accompagna il pubblico in queste ultime recite alla Scala. Roberto Bolle si trova a confrontarsi con un grande ruolo drammatico che gli impone un notevole sforzo atletico, a cui non si sottrae. Gianni Ghisleni è un arcigno ma paterno Monsieur Duval, Gilda Gelati una intensa Manon, Andrea Volpintesta un leggiadro Des Grieux, Emanuela Montanari la bella Olympia, Sabrina Brazzo una convincente Prudence, Vittorio d'Amato Le Duc, Riccardo Massimi Le Comte, Roberta Nebulone una divertente Nanine e il bravo Mick Zeni è Gaston Rieux. L'orchestra di casa è diretta dall'esperto Kevin Rhodes, i lunghi pezzi al pianoforte solista sono affidati alla perizia di Roberto Cominati. Visto a Milano, teatro alla Scala, il 21 marzo 2007 FRANCESCO RAPACCIONI
Visto il
al Teatro Alla Scala di Milano (MI)