Prosa
LA DODICESIMA NOTTE

Carlo Cecchi in un magistrale Shakespeare

Carlo Cecchi in un magistrale Shakespeare

Due grandi maestri uniti per riportare in scena uno dei più amati classici del teatro mondiale: Carlo Cecchi e William Shakespeare formano un connubio di sicuro successo.

Il drammaturgo elisabettiano è stato, nel corso dei secoli, riletto, reinterpretato, spesso rivoluzionato ma raramente si è riusciti a coglierne l'essenza come ha fatto Cecchi con il suo La dodicesima notte. Il pluripremiato regista e attore mette in scena una commedia fresca, spiritosa e scanzonata, un gioco delle parti, una giostra in cui si muovono affascinanti creature dell'immaginazione. Un grande contributo è certamente dato dalla traduzione di Patrizia Cavalli, che riesce nell'arduo intento di rendere più attuale il testo seicentesco senza stravolgerlo completamente.

A questo si aggiunge un cast evidentemente affiatato, che diverte e si diverte. Il Malvolio di Cecchi è un magistrale compendio di pomposità e asprezza, in un'interpretazione scevra dal patetismo che a volte accompagna il personaggio. Il sotto-testo comico, che contende la ribalta alla trama principale è portato avanti con particolare efficacia dal gruppo di attori formato da Daniela Piperno, Vincenzo Ferrera, Loris Fabiani, Giuliano Scarpinato e Dario Iubatti, giullari allegri e accattivanti che conquistano il pubblico con la loro leggerezza. Ottima anche l'interpretazione di Barbara Ronchi, che riesce a togliere la patina di zitellaggine che spesso rende poco gradevole il personaggio di Olivia, trasformandola in una – seppur involontaria – partecipante a tutti gli effetti delle follie del suo bizzarro ménage familiare.

L'allestimento scenico è essenziale ma non spoglio, con una pedana girevole centrale che aiuta a dare movimento a scene che altrimenti risulterebbero particolarmente statiche. A volte, tuttavia, questo espediente sembra essere utilizzato in maniera gratuita e in alcuni momenti non è ben chiaro il motivo per cui vi si ricorra. Gli splendidi costumi di Nanà Cecchi contribuiscono a creare un'aura di eleganza, mentre le musiche dal vivo composte da Nicola Piovani riportano ancora una volta in una dimensione quasi onirica.

Una rara occasione per vedere uno Shakespeare canonico ma non datato, una lettura chiara e ben modulata di un classico che forse solo un maestro della caratura di Cecchi poteva portare a termine con tanto successo.

Visto il 26-02-2016