Prosa
LA DODICESIMA NOTTE

La Dodicesima... Noia

La Dodicesima... Noia
Complessa ed affascinante, “La Dodicesima Notte”, è sicuramente tra le più frequentate commedie di Shakespeare, ricca di intrecci e di temi, enigmatica anche nel titolo, a cui lo stesso autore aveva dato due alternative, “La Notte dell’Epifania” (che poi sarebbe, per l’appunto, la dodicesima dopo Natale) e “Quel che volete”, quest’ultima ad indicare proprio la molteplicità delle chiavi di lettura che fanno del testo, a seconda delle intenzioni registiche, ora una farsa, ora una commedia sentimentale, ora un dramma esistenziale, ora una fiaba, nonché tutte queste cose insieme ed anche di più. Si resta pertanto a dir poco perplessi di fronte alla non scelta operata in tal senso dal regista Beppe Arena, autore di un allestimento in cui regna una totale assenza di atmosfera, a cominciare da una scenografia, ad opera di Andrea Bianchi/Forlani, ingombrante e leziosa, la quale obbliga gli attori ad una interpretazione bidimensionale: schiacciati in proscenio, i malcapitati interpreti si trovano a salire e scendere, in maniera spesso pretestuosa, gli impervi gradini che compongono le due mastodontiche scalinate che occupano i tre quarti del palco, il cui centro è obbrobriosamente invaso da una terribile costruzione la quale fa da ingiustificato sipario agli ingressi dei personaggi, come quelle porte di alcuni contemporanei show televisivi. Ma non è solo la scenografia ad apparire non condotta da un qualsivoglia disegno registico. Attori ed attrici si alternano in scena senza una direzione precisa, esibendo una recitazione spesso incerta, alcuni, come Angelo Maresca (Antonio), in aperto disagio con i costumi seicenteschi, ideati da Atonia Petrocelli, ingombranti quanto la scenografia, altri, pur dotati, risultando assolutamente fuori ruolo, come, ad esempio, Antonella Piccolo (Viola) e Simone Vaio (Sebastiano), che nemmeno il più sprovveduto e benevolo spettatore riuscirebbe a concepire come i due gemelli la cui somiglianza metterebbe in subbuglio l’intera comunità dell’isola dell’Illiria dove sbarcano come naufraghi. Certo c’è chi, come Marco Messeri riesce a dare un minimo di colore al personaggio grazie al proprio mestiere, pur indugiando in volgarità che appaiono eccessive e gratuite anche per un personaggio greve come Tobia, a cui fa da controparte una troppo stentorea Maria, interpretata dalla pur affascinante Anna Teresa Rossini. È davvero un peccato dover registrare una così sciatta messinscena, con un Duca Orsino (Lello Lombardi) il cui tormento d’amore non appare né realistico né parodistico, con una Contessa Olivia (Bianca Maria D’Amato) così poco energica da non essere né sdegnosa nei confronti del Duca, né innamorata del finto paggio Cesario, e nemmeno indignata dalla volgarità di Tobia o sorpresa dalla follia di Malvolio. Restano il poco coinvolgente ma dignitoso Feste di Tony Fornari, il guizzante, seppur troppo poco caratterizzato, Andrea di Mario Patanè e, naturalmente, il Malvolio di Mariano Rigillo. Ecco, questo è il più grande dispiacere che prova chi ama quest’opera e ammira un grande attore come Rigillo. Il suo Malvolio è sicuramente il punto forte di questa debole rappresentazione, per l’appunto troppo debole per poterne cogliere appieno il valore ed apprezzarne la classe. Un siffatto attore avrebbe avuto diritto ad un contesto molto più dignitoso per celebrare il suo incontro con un personaggio tra i più ambiti dai protagonisti Shakespeariani. Nelle poche scene in cui esso è presente offre così tanti spunti interpretativi che Rigillo coglie certamente, ma centellinandone le potenzialità, chissà, forse per riservarsi una futura migliore occasione, quando, leggendo la finta lettera di Olivia, potrà contare su di una regia che si preoccupi di creare un minimo di controscena ai due cospiratori Tobia ed Andrea, e non li lasci immobilizzati come due cittadini in attesa di un autobus all’ora di punta. Alla prima il pubblico, rimasto sonnolente per tutta la durata della rappresentazione, ha esultato con liberatori applausi finali, a cui gli stessi attori sono sembrati sorprendentemente impreparati.
Visto il 11-10-2009
al Arena Plautina di Sarsina (FC)