A Livorno al teatro Goldoni due serate affollatissime di pubblico entusiasta per accogliere la prima nazionale de “ La donna di garbo “, la commedia di Goldoni nella rielaborazione in due atti di Marco Messeri ed Emanuele Barresi.
Come dicevo in realtà si tratta di un nuovo debutto , dopo il primo avvenuto nel lontano 1749 sempre a Livorno al teatro delle Commedie in presenza dello stesso autore che così sottolineava l'importanza della propria opera : “ ...è la prima commedia di carattere da me disegnata ed intieramente scritta “.
Dopo 262 anni una nuova edizione di quest'opera fondamentale per la storia del teatro , dove l'universalità e la contemporaneità del personaggio di Rosaura splendidamente interpretata da Debora Caprioglio viene sottolineata , rinfrescata e rivitalizzata nel nuovo testo velocizzato e reso armonico alle aspettative del pubblico degli anni '2000 .
Marco Messeri in scena è a suo agio e dà questa piacevole e tranquillizzante sensazione al pubblico che apprezza con entusiasmo lo spirito bonario e sagace del vecchio “ dottore “ a capo di una nutrita famiglia “ complicata” . Il dottore ,conoscendo Rosaura ne apprezza a tale punto , le qualità estetiche ed intellettive da sentire rinascere “voglie ormai sopite “ da tanti anni dopo la morte della venerata moglie che lo porteranno ad ipotizzare addirittura un nuovo matrimonio.
Emanuele Barresi , livornese doc , come Marco Messeri , ha realizzato una regia asciutta ed efficace che rende rapida per lo spettatore l'associazione del flusso verbale impetuoso di Rosaura con la cronologia degli eventi . Sul palcoscenico si alternano otto personaggi con otto storie personali che interagiscono nella dinamica espressiva globale del lavoro creando sinergismi efficaci .
Bella la scenografia che rappresenta in maniera formale e corretta un salotto “ buono “ del settecento , eccessiva però la staticità per due atti. Magari una poltrona scambiata di posto poteva sottolineare il passaggio tra il primo ed il secondo atto come forse sarebbe stata necessaria una amplificazione in scena per rendere più udibili i fitti scambi verbali dei protagonisti. I costumi di Adelia Apostolica sono fondamentali per valorizzare i ruoli di alcuni personaggi : in particolare sottolineano in maniera teatrale e quindi convincente la macchietta del “ cicisbeo “ Lelio magistralmente rielaborato ed interpretato da Emanuele Barresi e di Beatrice il personaggio amante dei vestiti sfarzosi interpretato da Cristina Cirilli.
Ottavio , figlio buono a nulla del dottore , fissato fino all'inverosimile col gioco del lotto , è interpretato da Fabrizio Brandi , il terzo livornese della compagnia , che ha contribuito con la sua superba interpretazione ad accrescere la “ comicità di scoglio “ dell'opera . Meno salata ma efficace nella dinamica complessiva la figura di Florindo interpretata da Riccardo De Francesca.
Il lavoro è piaciuto al pubblico che ha ricompensato la compagnia con calorosi applausi. Un buon viatico per affrontare una lunga tourneè.