Jesi, teatro Pergolesi, “La donna vendicativa” di Carlo Goldoni
UNA TRASFORMAZIONE INUTILE E NON GIUSTIFICATA
Nel titolo ho scritto “La donna vendicativa” di Carlo Goldoni, ma più corretto sarebbe stato “La donna vendicativa” di Roberto De Simone da Carlo Goldoni. Solo così infatti il veneziano non si rivolterebbe nella tomba. La forza dei testi goldoniani è quella di presentare un microcosmo che funziona perfettamente, ma che funziona perfettamente in quel contesto, in quella realtà, in quella epoca, con quel linguaggio straordinario che infiorisce l’italiano di venezianismo. Decontestualizzate, spostate in altre epoche, riscritte con altri linguaggi, quelle commedie perdono molto del fascino. Se non tutto, poiché, pur belle, divertenti ed argute, non hanno un valore universalmente riconosciuto e riconoscibile. Ancora di più ( ancor di meno) questa donna vendicativa, che non è di certo tra i suoi lavori meglio riusciti, trasferita negli anni Venti, in pieno fascismo e riscritta da De Simone in un linguaggio assolutamente inutile. Non lo dico solo per la nutrita serie di parolacce (cazzo, stronzo, che palle!, mi fa girare certi coglioni!, oltre a scontatissimi doppi sensi, del tipo non te la do.. la mano..) che oggi non scandalizzano più nessuno (purtroppo), quando invece qui dovrebbero scandalizzare perché assolutamente inutili, assolutamente non giustificate. Come le “modernizzazioni” del telefono, della luce elettrica, delle pile; come il riferimento al premio Oscar. Inutili. Come inutili sono le musiche di Vivaldi e Pergolesi suonate dal vivo da due corni, riscritte (anch’esse) da Roberto De Simone. Così se il primo tempo scorre (seppure lentamente, troppo lentamente), il secondo è buio, noioso e contorto, con una citazione al passato e alle maschere più ultronea che utile.
La scenografia in compenso è bella e funzionale, con argentee pareti mobili che consentono il cambio di vari ambienti. Gli attori sono tutti bravi, da nominare Cosimo Cinieri e Luciano Roman. Ma su tutti una stupefacente Maddalena Crippa è davvero la donna vendicativa, capace di sedurre con una coscia scoperta e di fermare tutti con uno sguardo, capace di imporsi con l’autorità della voce e di ingannare con una voce improvvisamente e falsamente melliflua, capace di ribellarsi alle cattiverie degli altri che l’hanno ingannata costruendo gabbie di menzogne e di vendette che però finiranno per imprigionarla. Capace di interpretare con forza nuova e massime credibilità e godibilità un personaggio lontano dalle recenti Medea e Pentesilea e dalla cantante di “A sud dell’alma”.
FRANCESCO RAPACCIONI
Visto a Jesi, teatro Pergolesi, il 27 novembre 2005.
Visto il
al
Comunale Costantino Parravano
di Caserta
(CE)