Celebre la storia che si ispira al film cult 'La febbre del sabato sera' (Saturday Night Fever del 1977) diretto da John Badham e interpretato da John Travolta e che oggi trasforma il Teatro Nazionale di Milano in una ‘discoteca’ grazie alla nuova produzione italiana di Stage Entertainment: un momento di evasione per dimenticare grazie al ballo le attuali problematiche e per riscoprire il piacere di dedicarsi a questo intrattenimento, antico quanto l’uomo, che tanto successo ha nel mondo tramite trasmissioni dedicate.
Si deve, infatti, proprio a tale film l’avere prepotentemente proposto e diffuso la moda della disco music e del ballo attraverso cui le nuove generazioni hanno trovato importanti momenti di aggregazione serena e pacifica.
Il musical come il film, ispirandosi a un’inchiesta giornalistica di un quotidiano newyorchese sulla vita notturna delle zone disagiate contrapposte alle serate sfarzose di Manhattan, traccia uno spaccato della gioventù degli anni ’70 con problematiche rimaste pressoché inalterate: perno della storia Tony Manero, giovane garzone di ferramenta di origini italiane, capobanda superficiale, immaturo (più amante delle camicie e dei capelli impomatati che dei valori profondi, ma sostanzialmente onesto e leale) e impulsivo con uno spiccato talento per la danza attraverso cui cerca un riscatto umano e sociale.
Il sogno del giovane e della sua banda è l’inaccessibile Manhattan (al di là del fiume e del ponte), simbolo di una vita dignitosa e accettabile.
Chi rimane intrappolata nel vischioso mondo della periferia è Annette (Laura Panzeri), la prima partner di ballo della discoteca “2001 Odyssey” perdente rispetto a Stephanie Mangano (Marina Maniglio), altra italoamericana più matura e volitiva con cui il nostro eroe strappa la vittoria in una memorabile gara di ballo a una più valida coppia portoricana.
La tragica scomparsa di Bobby C. (Massimiliano Pironti), il portoricano del gruppo e il più equilibrato anche se afflitto dal problema di dovere sposare la sua ragazza incinta, determina nel protagonista una maturazione e una presa di coscienza.
Una trama dunque consolidata e rimasta intatta in questa versione il cui cast di ventenni guidato dalla nuova e validissima scoperta Gabrio Gentilini - destinato meritatamente a un futuro radioso – è egregiamente diretto da Carline Brouwer e Chiara Noschese.
Alcune delle intramontabili canzoni dei leggendari Bee Gees sono state tradotte da Franco Travaglio.
Decisamente un’ottima professionalità che è ormai una tradizione consolidata delle produzioni della Stage e non c’è dubbio che come il vino buono la qualità è destinata a migliorare (anche instillando un maggiore pathos nelle scene più drammatiche).
Ottime la scenografia che offre una straordinaria dinamicità e rende bene l’anima di una periferia fredda e scarna e la coreografia di Chris Baldock che mixando epoche e stili diversi dà un’apertura storica e un conseguente fascino estetico al ballo, protagonista principe del musical e forza trascinante insieme alla musica suonata dal vivo da una buona orchestra (diretta da Simone Manfredini) le cui tonalità a volte sovrastano le voci dei protagonisti.
Molto ben resa la discoteca Odyssey, luogo di sogno del sabato sera, con un Dj Monty - e mi è capitato il sostituto, Renato Tognocchi - straordinario come figura, abiti e impostazione da parte della regia.
Musical e varietà
LA FEBBRE DEL SABATO SERA - IL MUSICAL
Intramontabile FEBBRE DEL SABATO SERA
Visto il
23-10-2012
al
Nazionale Italiana Assicurazioni
di Milano
(MI)