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LA FINESTRA CONDONATA SUL CORTILE ABUSIVO

Carinissimo il monologo di ap…

Carinissimo il monologo di ap…
Carinissimo il monologo di apertura di “La finestra condonata sul cortile abusivo”, spettacolo che debutta a Roma il 12 Maggio 2009, chiudendo la stagione del Teatro Dei Servi. Il protagonista mostra un po’ di sana emozione “da prima” che non ci impedisce, comunque, di apprezzare la descrizione di tutta una serie di esempi quotidiani sui quali dovremmo applicare il principio “l’apparenza inganna” che sarà – ci preannuncia lui – il tema chiave del giallo/commedia. Gli perdoniamo, quindi, la “r” moscia e qualche tentennamento, grati che ci abbia fatto subito sorridere e rilassare, incuriosendoci non poco. L’inizio del primo atto è evidentemente presentato all’insegna della naturalezza: sembra davvero che l’inquilino annoiato che si diverte a fare il guardone dalla finestra e l’amico amministratore di condominio, si facciano due chiacchiere in tutta tranquillità: c’è qualche battuta di troppo (di quelle che vogliono far ridere ma non ci riescono) e un po’ di ripetizioni rallentano il ritmo ma poi le battute migliori riescono a recuperare il tempo perduto e tutto sommato, anche se non sempre coinvolgendoci al massimo, lo spettacolo si segue. Entra in seguito, in scena, il personaggio della nuova inquilina Angela che fa la gatta morta con l’amministratore per farsi allargare la finestra condonata ma sembra perdersi spesso nei suoi discorsi. Il suo personaggio a dire il vero non funziona tanto: un momento è seduttrice e calcolatrice, poi maniaca della pulizia e molto dipende dall’interprete Virginia Raffaele, la quale non riesce ad uniformare il tutto e vuole essere comica, sexy, fascinosa e quant’altro, privando Angela di un identità verosimile. Non la si riesce in alcun modo ad inquadrare, ma forse è proprio questo l’intento della regia: creare ambiguità e lasciare tutti nel dubbio fino all’ultimo istante. Quello che si cominciava ad avvertire nella prima parte, si riconferma nel secondo atto, ovvero che in generale lo spettacolo alterna continui alti e bassi e tante idee che potrebbero essere simpatiche non sono sfruttate e presentate in maniera organica. Così sembra privo di senso – e non diverte – il primo intervento del Tg “interattivo” mentre i successivi riescono ad arricchire la scena di comicità. Insomma: alcune trovate andrebbero sviluppate ed altre velocizzate per non rischiare di annoiare il pubblico (come il conteggio interminabile del valore di ogni oggetto distrutto nell’ufficio dell’amministratore). La commedia rientra in un genere sempre più in voga che porta la comicità di stampo televisivo a teatro (non a caso i protagonisti vantano curriculum consistenti per quanto riguarda le partecipazioni a trasmissioni televisive di intrattenimento), nel quale all’interpretazione e alla costruzione del testo e della storia (qui piuttosto latenti, come la regia), si sostituisce l’improvvisazione. Uno spettacolo che qualitativamente non rispetta la media dei precedenti, portati in scena in questo teatro in una stagione davvero ricca e tra le più divertenti della Capitale, ma che solo con qualche miglioramento potrebbe essere riproposto, forse riscuotendo maggiori consensi. Roma, Teatro dei Servi, 12 Maggio 2009
Visto il
al De' Servi di Roma (RM)