Sorprende e affascina la piéce “La insolita lezione del professore O.T.”, di Massimo Maraviglia che ne cura anche la regia, con Bruno Tramice, prodotta dal CRASC.
Secondo quello che indica il titolo si tratta proprio di una lezione diversa, appunto insolita, quella di O.T, che giungendo inaspettato in una classe, dice di essere li per sostituire qualcuno. Il tono dell'uomo è dapprima colloquiale e sapiente insieme come può anche essere una lezione scolastica. L'uomo racconta di Federico II, il famoso imperatore Svevo del Medio Evo, denominato “Stupor Mundi”, il primo che aprì le sue corti siciliane e napoletane alla fusione della cultura occidentale con quella islamica, della sua grandezza, delle leggende che nacquero intorno alla sua figura, in specie quelle amorose: una in particolare vede protagonista l'unica donna che forse davvero amò: Bianca Lancia. E mentre lo spettatore si proietta in questa narrazione storica, accattivante, ecco che il testo cambia registro, e lo cambia anche Bruno Tramice – inesauribile per forza e multiforme duttilità nell'affrontare questa non facile prova scenica – e il racconto del professore si sposta, attraverso un gioco di “associazioni di pensiero, digressioni, derive”, su un versante molto più vicino e noi e terribilmente tragico: quello delle vittime accidentali e innocenti per mano della delinquenza,
Fatti di cronaca, dunque, che possono accadere in un giorno qualsiasi dei nostri tempi e sono sotto gli occhi di tutti. Così Tramice diventa il fratello di una di queste vittime, un ragazzo come tanti sparato per sbaglio. Il testo affonda nel dolore della famiglia e nella voglia di vendicarsi che risulterà vana. Ma soprattutto quello che Massimo Maraviglia restituisce con questo testo complesso e affascinante, è il senso di una memoria collettiva, oltre al senso di un luogo come il nostro dove i vivi convivono e dialogano con i morti, dove un fratello sopravvissuto, girando attraverso il magma di una città mitica e spietatamente moderna, cercherà di aprire le porte degli inferi e, come novello Orfeo, tenterà di riportare in vita un fratello morto per sbaglio.
Un testo denso, magmatico, dove fili invisibili di rimandi e concatenazioni storiche, mitiche, si intersecano all'improvviso, dove il caso può sostituirsi al destino o innervarsi in esso. Un testo sostenuto da un linguaggio a tratti fluido, a tratti articolato che denota una dimestichezza drammaturgica anche nel fare apparire tutti i personaggi di questa “umana” finzione scenica.
Perfetto l'apporto di Bruno Tramice, interprete maturo e completo, che da voce e corpo al professore, al fratello e a tutte le altre voci diverse che emergono da questa storia, suffragato dalla regia sintetica e vigile che nulla lascia al caso. Straordinaria l'invenzione scenica della ipotizzata discesa nelle viscere della città, attraverso una lavagna che si trasforma in un mondo altro, con improvvisi bui e giochi di porte a specchio, per tentare di riportare nel “sopra” un fratello morto. Belle le scene di Armando Alovisi, i costumi di Alessandra Gaudioso, le musiche originali di Canio Fidanza, il disegno luci di Ettore Nigro, regista assistente. Uno spettacolo originale, nuovo, di spessore e da vedere.
“Un delicato racconto sulla forza trasmutatrice degli affetti e delle emozioni, ma anche un omaggio in ricordo di coloro cui la brutalità del caso non ha dato modo di scegliere e di coltivare”, come concludono le note di regia, ci piace citare. Molti applausi finali.
LA INSOLITA LEZIONE DEL PROFESSORE O.T.
Sorprende e affascina la p…
Visto il
28-11-2012
al
Piccolo Bellini
di Napoli
(NA)
LA INSOLITA LEZIONE DEL PROFESSORE O.T.