Prosa
LA PACE

Al Teatro Verdi di Milano deb…

Al Teatro Verdi di Milano deb…
Al Teatro Verdi di Milano debutta la prima milanese de “La pace” di Antonio Tarantino, il nuovo spettacolo della storica compagnia torinese del teatro di ricerca Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa. La trama è semplice: un immaginario dialogo tra Arafat e Sharon, che si ritrovano a vagare senza meta, dopo essere stati deposti dai propri parlamenti. I due sono condannati all'esilio in luoghi esotici asfissianti, che si accusano e si insultano a vicenda al di là di ogni politically correct, accomunati da un eguale destino di sconfitta. Maria Luisa Abate, Marco Isidori, Paolo Oricco interpretano i tre personaggi con ricchezza di sfaccettature e con una lingua che amplifica e potenzia la ricchezza di sonorità di cui era ricco il testo di Tarantino. Maria Luisa Abate nel triplice ruolo di Strega, Puttana e Madre è superlativa. L’impianto scenico è costruito con linee astratte, dove i piani spaziali siano scanditi dall’enorme ragnatela costruita sul palco. Una gigantesca trama metallica sulle cui volute caprioleggia il personaggio al quale è demandato il compito di "deus ex machina" della rappresentazione, mentre i protagonisti agiranno nella porzione inferiore del quadro scenico, quest'ultimo reso plastico da un corpo praticabile tuttofare che si trasforma nel corso dello svolgimento della commedia in "Oasi", "Barca", "Dromedario", "Orso" e in quanto altro urga alle necessità della regia. La scenografa mirabolante Daniela Dal Cin lascia senza parole. Sconfitti e stanchi, deposti dai propri parlamenti, Arafat e Sharon riflettono sul senso politico delle loro disgrazie. «Eppure il bene sarebbe la nostra unica salvezza», è la conclusione di entrambi. Il bel testo di Tarantino e l’inusuale lavoro dei Marcido Marcidorjs fanno vivere uno spettacolo pulito, dove verbo e fisicità hanno un’armonia particolare, un senso d’appartenenza da raggiungere ogni sera. La coscienza del male lascia spazio alla risata beffarda della femmina di facili costumi che conosce i politicanti e dichiara che sono identici. Le parole amare, alte e comiche del testo vivono attraverso i corpi di tre attori perfetti. Milano, teatro Libero 7 novembre 2007
Visto il
al Gobetti di Torino (TO)