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LA PAROLA ULTIMA

L'ultima parola di una lingua che muore

L'ultima parola di una lingua che muore

Ogni anno nel mondo muoiono circa settemila lingue e dialetti. Nell’anno del 150° anniversario dell’Unità d’Italia risulta di notevole impatto la riflessione che il regista Antonio Damasco compie su un tema forte e attuale come l’estinzione di un patrimonio linguistico culturale: lo spettacolo “La Parola Ultima” racconta una terrificante tragedia: l’uccisione di una lingua e del suo ultimo parlante. Una donna, Aleluja, è condannata a morte in quanto ultima rappresentante del proprio popolo. Patrick, un giornalista, un uomo che si affida totalmente al potere dell’opinione pubblica.  vorrebbe documentare quella memoria e quella cultura derivanti da una particolare “lingua cantata”, destinata, poco dopo, a scomparire.  Ma la donna nasconde una sorpresa nella pancia…
A Patrick, che si considerava parte integrata di un meccanismo che funziona da “vero contrappeso della democrazia”, non resta che prendere atto del potere manipolatorio dell’informazione sull’opinione pubblica; e nemmeno per il carceriere di Aleluja esiste più un motivo per continuare a vivere, nascondendo un segreto che lo dilania. 
Il messaggio finale dello spettacolo non è positivo, ma forse proprio per questo lascia una speranza: la diversità culturale non va soffocata attraverso l’omologazione e un ruolo importante nella salvaguardia del patrimonio culturale proprio di lingue, dialetti e idiomi che rischiano di scomparire può essere svolto proprio dalla comunicazione e dai suoi operatori.
 

Visto il 30-03-2011