Tempo di crisi, tempo di Kabarett (alla tedesca, da non confondere con il cabaret italiano). Quindi canzoni, satira, allegoria, ritmo e mascheramento: tutto quel che serve per dire la verità su quel che è stato, è e sarà (speriamo di no, anche se i prodromi ci son tutti)
L'attualità del testo brechtiano è evidente, non solo per il facile parallelismo con la nostra recentissima vicenda politica ma per lo smascheramento dei figli più illustri del capitalismo - corruzione e mafia - nonché per la necessaria critica all'indifferenza e al conformismo dei molti, di noi tutti: perché in fondo siamo tutti coinvolti e responsabili. Un testo - politico e didattico: è Brecht - consigliato in questi tempi in cui impegno e critica sociale sono più che mai utili al teatro e alla cultura.
Su queste basi forti si poggia l'allestimento di Claudio Longhi e di tutto il suo ensemble. Già, ensemble, è la prima cosa che salta agli occhi: un gruppo affiatato e ben assortito di attori e artisti che con energia e vitalità si divertono e divertono il pubblico.
Tanti sono i caratteri della drammaturgia brechtiana che Longhi mette in risalto a partire dal pedale grottesco che accompagna ogni azione, il travestimento dichiarato degli attori, il continuo mettere a nudo della macchina teatrale, fino a finire al metateatro più evidente in cui l'attore fa l'attore che diviene personaggio in scena.
Ogni elemento di questo Arturo UI è in armonia con il tutto e tutto concorre alla piena realizzazione di una « "rivista" briosa e nitida, caustica ed elegante sul tragico nonsenso del nostro passato». D'altra parte è lo stesso Brecht a sostenere che molto più spesso è la commedia, rispetto alla tragedia, a non prendere alla leggera le sofferenze dell'umanità.
Gli attori, più visibili per ruolo, vanno tutti quanti nominati per bravura e precisione con particolare menzione alla plasticità fisica-vocale di Luca Micheletti - che è baritono - alla carica di Lino Guanciale, al trasformismo di Giorgio Sangati, alla forza interpretativa e all'ancora piacere di mettersi in gioco dell'Attore Umberto Orsini.
Oltre agli attori è degna di nota l'invenzione scenica di Antal Csba che con un solo elemento ricorrente, una cassetta per il trasporto della verdura, e un cavolo, anzi molti, costruisce una scenografia evocativa e funzionale facilmente manovrabile in grado di essere ora skyline di una "metropolis", ora i muri di un magazzino o di una cimitero.
Ma anche musiche e canzoni, luci e costumi concorrono alla piena realizzazione di uno spettacolo più che godibile: da vedere.
"I grandi delinquenti politici vanno denunciati, esponendoli soprattutto al ridicolo. Giacché essi anzitutto non sono grandi delinquenti politici, bensì autori di grandi delitti politici, il che è assai diverso." [Bertold Brecht]