Una delle opere meno conosciute di Giacomo Puccini (anche se negli ultimi anni molto rivalutata), La rondine è andata in scena a Modena, opera con cui Puccini tentò di riproporre quel clima di frenesia e di joie de vivre dell'operetta, un ambiente cinico e disinvolto con persone che pensano a divertirsi seguendo le voghe che impazzano nel periodo. E così tutti i cliché che si trovano nell’opera e nell’operetta (il giovane sognatore, la ricca e avvenente mantenuta, il travestimento, il brindisi, l’amore) compaiono mescolati e creano questa unica e particolare armonia che, con uno sguardo molto reale e distaccato alla vita, divertendo con semplicità e frivolezza, porta a un finale non troppo lieto.
La regia di Gino Zampieri ha cercato di mettere in risalto, in maniera molto ben riuscita, il vivace impianto teatrale, mantenendo l’intero spettacolo nel clima di leggerezza voluto dal compositore, fatta eccezione per il brusco finale degno del dramma lirico, avvolto da una struggente e sofferta malinconia. Bellissime le scene e i costumi di Rosanna Monti, di ispirazione Liberty.
I cantanti sono stati tutti all’altezza di una partitura così ibrida. La Magda de Civry di Maria Luigia Borsi è stata interpretata alla perfezione, anche a livello recitativo, con una voce calda e affascinante e una resa del carattere moderno della donna, la femme fatale che conquista per indipendenza e svago e per uscire dagli schemi della sua gabbia dorata e che, presa coscienza che i sogni non sono eterni e, come la notte, svaniscono all’alba, spontaneamente e senza imposizioni rinuncia alla sua storia d’amore, tornando alla sua vita di sempre. Salvatore Cordella, nella parte di Ruggiero, è sicuramente la voce più bella della serata, tonda, brillante, vigorosa e voluminosa (forse per questo con poco sapore d’ingenuità per il suo personaggio), capace di sovrastare sempre l’orchestra che a tratti ha forse esagerato con le dinamiche forti. Bravissimi nei loro panni più comici Lavinia Bini e Francesco Marsiglia, rispettivamente Lisette e Prunier, cameriera vivace e un po’ impudente e poeta assoggettato a impersonare nella vita tutto ciò che da uno scrittore ci si aspetta.
Molto brava l’orchestra (anche se il suono era forse un po’ troppo forte) e il coro della Toscana diretti sapientemente da Massimiliano Stefanelli.