Prosa
LA SCUOLA

Una scuola non di somari, ma di 'beduini'

Una scuola non di somari, ma di 'beduini'

Una sala professori temporaneamente trasferita in palestra a causa di una infiltrazione d’acqua. E gli scrutini finali da espletare per un gruppo di docenti di un istituto professionale della periferia romana.
Da qui parte “La scuola”, nella versione riportata in scena da Silvio Orlando e Marina Massironi, in partenza per una lunga tournée dopo una residenza di riallestimento al Teatro Coccia di Novara.
Nel 1992 era Domenico Starnone ha scritto Sottobanco, un “affresco” della scuola italiana di allora. Ma, a distanza di 23 anni, le cose non è che siano poi molto cambiate, anzi…la direzione del sistema scolastico è sempre la stessa e di certo non è la migliore.

Lo scrutinio finale diventa un rito, tramite il quale emergono e si svelano delusioni, illusioni, speranze, magagne e capacità di studenti non proprio brillanti, ma soprattutto di coloro i quali sono responsabili della formazione di questi ragazzi. E così, tra gite scolastiche devastanti, cassetti non ancora svuotati, una palestra che assomiglia a un quartiere, tra i docenti si consuma un “massacro”, specchio della realtà quotidiana, dove in realtà quelli a uscirne a brandelli saranno gli studenti (solo nominati) della classe 4D.
Altro protagonista, oltre agli attori in scena e agli studenti nominati, è il pettegolezzo, che spadroneggia tra le pareti della scuola, e investe (non senza preavviso) il professor Cozzolino (Silvio Orlando) e la collega Baccalauro (Marina Massironi). I due finiscono “sotto processo” sotto gli occhi inquisitori del resto del corpo docente, rei di stare intrattenendo da lungo tempo, tra le mura scolastiche una relazione di natura personale.

A questa situazione aggiungiamo la frustrazione di un professore di francese (Roberto Nobile) che negli anni ha smesso di credere nell’insegnamento e ormai distingue gli alunni in due classi: quelli destinati allo studio e i “beduini” destinati a zappare la terra; un ingegnere col doppio lavoro che nell’insegnamento non ci ha mai creduto e pensa solo a fare il cascamorto con le allieve (Antonio Petrocelli); un insegnante di religione dalla sgradevole presenza (Vittorio Ciorcalo); un’insegnante di storia dell’arte che sente su di sé il peso di tutto l’istituto (Maria Laura Rondanini) e un preside (Roberto Citran) con velleità poetiche. Dal canto suo, Cozzolino difende una visione più “olistica” dell’insegnamento, continuando a pronunciarsi a favore di Cardini, uno studente che ne combina di tutti i colori e che tutti vorrebbero bocciare; ma secondo il professore di lettere e storia, il ragazzo, con la sua condotta, esprime solo il proprio lato creativo, attraverso l’identificazione con una mosca, emblema di tutti coloro che si sentono prigionieri di un sistema scolastico che non funziona, vent’anni fa come oggi.

Visto il 11-01-2015
al Coccia di Novara (NO)