Lirica
LA SERVANT MAITRESSE

La "Serva" francese

La "Serva" francese

La Fondazione Pergolesi Spontini aveva predisposto il meritorio progetto di mettere in scena tutte le opere di Pergolesi nell'anno del tricentenario della nascita a Jesi del compositore, compresi i due intermezzi e lo Stabat Mater. I tagli governativi ai comitati hanno pesantemente colpito il progetto, al punto da rivoluzionare il programma del Festival di autunno e la programmazione successiva. Eliminate le due opere in cartellone, la Fondazione ha intelligentemente mantenuto lo Stabat Mater diretto da Claudio Abbado ed ha messo in cantiere La servante maîtresse, versione francese della Serva padrona.
Nel 1752 vennero presentati a Parigi gli intermezzi pergolesiani, che suscitarono un vivace dibattito tra i sostenitori dell'opera buffa italiana e francese. Due anni dopo la Serva padrona andò in scena con il libretto di Pierre Baurans, la versione francese oggi presentata per la prima volta in Italia.
Il progetto è meritorio anche per il coinvolgimento di giovani professionisti marchigiani. Infatti l'orchestra Progetto Sipario è composta in parte da allievi dei corsi di formazione per professori d'orchestra, affiancati da alcuni docenti (musicisti dell'orchestra Filarmonica marchigiana). Il Progetto Sipario utilizza fondi comunitari ed è realizzato dalla Fondazione Pergolesi Spontini in collaborazione con altre realtà regionali (tra cui l'Amat, i due conservatori statali di Pesaro e Fermo, l'Accademia di Belle arti di Macerata, l'Università degli studi di Urbino e la Form). Marchigiano il direttore Giacomo Sagripanti (28 anni) e marchigiano il protagonista Davide Bartolucci (24 anni).

Il piccolo palco del teatro Comunale di Montecarotto è stato sapientemente adattato da Benito Leonori per contenere orchestra e cantanti. I musicisti sono inseriti in uno spazio quadrato leggermente ribassato alle spalle dei protagonisti, che si muovono in proscenio. Una scatola di legno rossa fodera lo spazio ed un velatino, parimenti rosso, separa idealmente musica e canto. Unici arredi di scena poltrona e tavolino nel primo atto, divano e baule nel secondo, un lampadario a candele. I costumi (della regista (Juliette Deschamps) non situano l'azione in un momento preciso, se non per il corpetto rigido della servetta in odore settecentesco. La regia evoca spettri e presenze esterne, rumori di vetri in frantumi, porte che si spalancano all'improvviso e non si vogliono richiudere, polvere e figure tra la famiglia Addams e il fantasma dell'opera.
Lavinia Bini (Zerbine) e Davide Bartolucci (Pandolfe) provengono dalla Scuola dell'Opera di Bologna e affrontano senza incertezze le prove vocali, coadiuvati da Mattia Olivieri (Scarpin), servo muto invero echeggiante in alcune arie di Pandolfe.

Tra i due atti dell'intermezzo l'orchestra ha eseguito i tre movimenti del Concerto n. 7 in Mi minore per flauto e orchestra (solista Marco Di Domenico).

Vivo successo di pubblico.

Visto il
al Comunale di Montecarotto (AN)