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LA SOCIETà - TRE ATTI DI UMANA COMMEDIA

'La Società' specchio di umane debolezze

'La Società' specchio di umane debolezze

‘La Società - tre atti di umana commedia’ rappresenta una nota positiva nel panorama della drammaturgia italiana contemporanea che certamente non brilla per testi validi: Lino Musella e Paolo Mazzarelli sono, invece, due giovani autori, registi e attori che anche con questo lavoro più complesso dei tre precedenti (Crack Machin, Figlidiunbruttodio e Due cani) - che si sviluppavano tutti sullo schema due attori per quattro personaggi - confermano maturità, rigore e una notevole capacità di gestire un testo in cui gli aspetti comici e drammatici sono tenuti in costate equilibrio.

La Società è quella che tre amici hanno formato per gestire un locale notturno vantaggiosamente acquistato dallo zio di uno di loro per affidarne la conduzione al nipote: un modo anche per verificarne la capacità di portare avanti idee e sogni.
Quarto personaggio è una giovane immigrata dell’est, forse rumena, conosciuta per caso in una notte di capodanno e divenuta badante dello zio.
In realtà vi è un quinto protagonista, forse il più interessante, che domina la vicenda con la sua presenza-assenza: lo zio la cui figura si concretizza attraverso le parole e i ricordi di ciascuno dei quattro mentre nella realistica e squallida sala d’attesa/corridoio di un ospedale ne attendono la morte.

L’occhio di Mazzarelli e Musella esplora con comprensione le umane debolezze dei protagonisti, onesti anche nelle piccole furberie e incapaci di trovare una sintesi vincente tra i loro differenti progetti. È il problema di tantissime ‘società’ avviate con entusiasmo e sulla base dell’amicizia e concluse da risse dovute all’incapacità di far convivere l’interesse privato con il bene comune. Figuriamoci quando c’è di mezzo un sogno, un’utopia come quella di un locale notturno letterario con musica jazz (la mission assegnata dallo zio al nipote che non è stato in grado di realizzarla).

La società dei tre, anzi dei quattro (perché nel testamento lo zio ha riservato una quota del locale anche alla badante) ‘amici’ non è altro che la proiezione in formato micro della società in cui viviamo, espressione della difficoltà della convivenza umana e dell’affrontare le proprie debolezze invece di abbandonarsi alle stesse magari con finto rincrescimento o atteggiamenti vittimistici e colpevolizzando gli altri delle personali inefficienze e inadeguatezze.

Gli autori dimostrano che si può parlare del nostro tempo e delle sue problematiche con un teatro lineare, senza astratte elucubrazioni, onesto, semplice e spietato nell’evidenziare i limiti degli esseri umani e la mancanza di coraggio e dignità nell’assumere le proprie responsabilità.
Dei quattro ormai soci ‘per forza’ l’unica positiva è in definitiva l’ex-badante che ha il coraggio di scegliere rinunciando a una situazione comunque vantaggiosa per un futuro incerto e difficile.
La Società è un testo amaro, specchio della mediocrità dilagante in cui emergono squallori, egoismi e l’incapacità di uscire dal guscio delle proprie certezze per affrontare un mondo che chiede fatti e non belle parole.

Attenta la ricerca dei particolari, ottima sul piano registico e scenografico la resa dell’incendio del locale e complessivamente buona la recitazione anche se alcuni toni meno esacerbati avrebbero forse meglio evidenziato la drammaticità del testo.
 

Visto il 05-04-2014
al Filodrammatici di Milano (MI)