“La storia del mago” è una storia un po’ assurda, a tratti campata in aria, ma comunque realista. Enzo Janacci si trasforma in autore e regista e a lui tutto –o quasi- è concesso.
La pièce racconta una storia emblematica di due personaggi, uno l'opposto dell'altro. Il primo è un artista, costretto a fare provini di qualsiasi tipo, non integrato nel modello culturale contemporaneo. Il secondo invece è una donna, completamente a suo agio nella società dei nostri giorni.
Da una parte i potenti che raccontano al popolo la storia del mago. Abili imbonitori che vendono nulla facendolo passare per il tutto, che dispensano a piene mani un falso ottimismo e illudono la povera gente. Dall’altra parte ci sono i deboli, che non vedono le ingiustizie, per ignavia, o perché non hanno il coraggio di reagire. Un trama tragi-comica fatta di attese, di gente in fila per apparire, disposta a credere a tutto, ad accettare e subire un potere vuoto e ingordo pur di compiacere il prepotente di turno.
Il finale riserva una svolta inaspetata: più che un colpo di scena, è la presa di coscienza e la realizzazione di affrancarsi dal potere.
Il doppio ruolo di Jannacci, autore e regista, contamina i generi secondo un canovaccio che non perde mai di vista l’ispirazione originaria.
Nella “La Storia del Mago” il cantautore milanese porta alla ribalta quattro suoi allievi: Egidia Bruno, Andrea Bove, Enzo Limardi e Osvaldo Ardenghi.
Jannacci racconta la storia un mondo surreale e poetico, che stupisce, fa riflettere, affascina ed emoziona.
Milano, teatro Blu 19 dicembre 2007
Visto il
al
Blu
di Milano
(MI)