Treia, teatro Comunale, “La tempesta” di William Shakespeare
IL NAUFRAGO SA CHE ESISTE UN'ISOLA DESERTA PER RICOMINCIARE A VIVERE
“Canta, Ariel, canta dolcemente; pericolosamente fuori dall'aspra acqua indolente, lucidamente fuori dall'albero assonnato, incanta, rimprovera il cuore tumultuoso con un canto più dolce di questo mondo rude, impassibile dio. Lievemente, brillantemente, canta della separazione, dei corpi e della morte, essere senza ansia, canta all'uomo, e intendo a me, ora, e intendo sempre, che, innamorato o no, qualunque il significato, egli prende tremando il silenzioso passaggio nello sconforto” W.H. Auden, “Il mare e lo specchio”, da Opere poetiche.
Il primo motivo per andare a vedere Ferdinando Bruni è la voce, quella voce inconfondibile che è una delle più emozionanti del teatro italiano, qui declinata in infinite variazioni di tono, di colore, di accento, sdoppiata in un continuo gioco di specchi e di rimandi, poiché egli interpreta vocalmente tutti i personaggi.
Il palcoscenico è una zattera, oppure un'isola, una spiaggia con i relitti di un naufragio, libri per la maggior parte (“Amo i libri, che per me valgono più di ogni ducato” dice Prospero; “Senza i libri è uno scemo come me” dice Calibano a proposito di Prospero). La nave è il carro di un girovago pieno di burattini. Quando gli danno in mano la bambola di Miranda il burattinaio diventa Prospero e si ritrova su una distesa di sabbia e di rifiuti, rifiuti di una civiltà e di una vita. Di quel materiale sono fatte le marionette, esseri artificiali, surrogati di corpi, relitti trovati dove il mare li ha trasportati; il mare li ha lavorati, il tempo li ha consumati, incrostati di conchiglie e di storie, alla ricerca di una voce capace di evocarle e di raccontarle. La ventosa solitudine del palcoscenico si popola così di figure in forme umane, bambole create per non essere soli, per cercare un senso ai nostri naufragi, per rispecchiarci nell'imperfezione della nostra umanità, nel disagio del nostro corpo.
Prospero proietta fuori di sé i propri desideri, ricordi, inquietudini. Prospero è solo, tranne che per i libri, i ricordi, i sentimenti. Prospero NON è solo. Ha ricordi e sentimenti. E marionette (le cui movenze sono affidate allo stesso protagonista e a due servi di scena). Ariel è un fazzoletto bianco con la testa illuminata, Calibano ha un ghigno da maschera etnico-tribale e stracci al posto del corpo, Ferdinando ha tre gambe con le ruote come una poltroncina da ufficio, Miranda è una gabbietta per uccelli con un uovo dentro (e tutta la simbologia che ne deriva), Stefano e Trinculo sono tradizionali burattini a guanto, gli altri personaggi continui richiami alla morte, dalle maschere alle fattezze (“Siamo cupi – No pupi – No lupi”).
Ma tutto passa, “Tutto svanisce come l'aria e i pensieri; (...) noi siamo fatti della stessa materia dei sogni e la nostra vita è breve come l'attimo di un sogno”.
Lo spettacolo è molto bello nelle scene, nei costumi, nelle luci, nelle musiche, nei fantocci di Giovanni De Francesco. Triste e poetico, desolato e non rassicurante. Impone domande inesauste e rimanda a un'atmosfera sospesa su incubi e inquietudini. E solitudine..
Ferdinando Bruni, che prosegue il percorso artistico iniziato insieme a Francesco Frongia con sdisOrè di Testori, è straziante, istrionico, incredibilmente bravo, con quella bacchetta da mago e da direttore d'orchestra. Il momento più intenso è alla fine, quando supera il testo e saluta Ariel, (congedandosi così anche dagli altri personaggi e dalla vita), Ariel che in fondo altro non è se non un'emanazione di sé, evocando l'irrequieto presagio della fine della sua esperienza umana: “Ariel, passerotto, mi mancherai, ma tu devi andare via. (...) Ecco, ogni mio incantesimo è finito, la forza che mi resta è solo mia, solamente umana”. Prospero e la Tempesta rappresentano il bilancio di una vita e della funzione del teatro: il naufrago sa che esiste un'isola deserta per ricominciare a vivere.
Visto a Treia, teatro Comunale, il 7 marzo 2007
Francesco Rapaccioni
Visto il
al
Elfo Puccini - sala Shakespeare
di Milano
(MI)