Lirica
LA TRAVIATA

“La traviata” é rarefatta ma funzionale e per Violetta c'è una nuova casa

La traviata
La traviata © Andrea Renzi

Spazio inusuale per La traviata che sigla la stagione 2022 del Teatro Comunale di Bologna. La storica sala del Bibiena resterà chiusa per almeno un triennio, onde procedere ad un'ampia ristrutturazione. Così eccoci seduti al Teatro EuropAuditorium, moderna struttura polivalente in zona Fiera che già ospitò il TCBO in trasferta nel 1980-81. 

GLI SPETTACOLI
IN SCENA IN ITALIA

Ci torneremo a gennaio per L'Olandese volante che aprirà la stagione 2023. Da febbraio in poi, invece, saremo accolti in un grande padiglione da mille posti in corso di allestimento, anch'esso nella vasta Piazza della Costituzione. Si chiamerà Comunale Nouveau.

Partenza ahinoi ad ostacoli: la prima del 16 dicembre è saltata per lo sciopero delle maestranze della Fondazione bolognese, che avanzano rivendicazioni non solo economiche. Prima avvisaglia di una contesa che speriamo non duri a lungo, e venga risolta con soddisfazione delle parti in causa. Anche perché il Comunale si colloca - economicamente parlando – fra le più sane realtà musicali del nostro paese.

Una regia messa da parte, un'altra frutto di nuove idee

Piuttosto che rimodulare lo spettacolo già progettato per il Comunale, adattandolo al nuovo palcoscenico - tra l'altro enorme - il regista Alessandro Talevi ha preferito crearne uno ex novo. Per il quale ha personalmente concepito una scenografia intenzionalmente rarefatta – un circolo sopraelevato al centro, delle sedie intorno quando servono - scavata dalle scabre luci di Daniele Naldi; ed inteso trasportarci ai giorni nostri attraverso i costumi di Stefania Scaraggi. Sullo sfondo le ormai solite, talora un po' banali videoproiezioni; in questo caso di Marco Grassivaro. I movimenti coreografici li dobbiamo ad Anna Maria Bruzzese.


Non è che ne sia venuto fuori uno spettacolo di quelli memorabili, ma funzionale sì; ed è quanto serviva. Certo, attualizzare la vicenda comporta dei rischi, non tutti scansati dalla lineare mise en scéne di Talevi che - riproponendo qua e là stereotipi già visti - alterna momenti più riusciti ad altri meno convincenti. 

La trovata migliore, probabilmente, nella festa in casa di Flora, con lei che mima la storia di Carmen insieme a D'Obigny nei panni di Josè, e Gastone abbigliato da Escamillo, mentre dietro scorrono le didascalie di una pellicola muta in b/n. Risolta, peraltro, con minimi interventi coreografici. La peggiore, Violetta che intona “E' strano!..” non meditando sola nel suo boudoir, ma tra un avviluppo di corpi intenti a palpeggiarsi.

Una Violetta che parte in sordina, ma che poi decolla

Quella di Zuzana Marková non sarà voce bellissima, non avrà in dote un timbro serico e voluttuoso, però è voluminosa e ben amministrata. Non brilla nel primo atto – il suo non è temperamento da soprano di coloratura, le agilità la infastidiscono – ma la sua Violetta diviene magnetica e coinvolgente man mano che la vicenda avanza. Lo è specialmente nel tenere testa al canuto suocero, poi affrontando l'incollerito amante, infine nello spegnersi nel desolato finale. Buona cantante, grande attrice. 

Zuzana Marková


L'Alfredo di Rame Lahaj ha limitata espressività: canto tutto di punta, il suo, roboante e mono direzionale, dal fraseggio incolore e dalle dinamiche ristrette. Non basta possedere una bella voce, bisogna penetrare il personaggio. Ben altra tempra di quella che evidenzia l'aristocratico Germont senior di Roberto Frontali, tutto ben cantato sul fiato, e contraddistinto da senso del colore, da un fraseggio qui sì magistrale, da idoneo scavo psicologico ed autenticità di sentimento.

Comprimariato adeguato, di buona valenza: Laura Chierici è una bravissima Flora, Paolo Antognetti è Gastone, Dario Giorgelè Douphol, Paolo Orecchia D'Obigny, Melissa D'Ottavi Annina, Adriano Gramigni Grenvil. Un po' meno incisivo del solito ci è parso il Coro diretto da Gea Garatti Ansini.

Rame Lahaj

Una sala non proprio adatta all'opera

Riaperto il golfo mistico dell'EuropAuditorium dopo ben quarant'anni, l'Orchestra del Comunale l'ha occupato sotto l'attenta guida in Riccardo Frizza. L'acustica non è delle migliori, sfortunatamente: abbiamo apprezzato comunque un concertatore vario e fantasioso, concentrato sui dettagli, calibrato nelle dinamiche, in grado di evocare un clima di grande teatralità. Ma sopra tutto, attento a sorreggere dei cantanti costretti ad una non agevole collocazione.
 

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Visto il 18-12-2022
al Comunale - Sala Bibiena di Bologna (BO)